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lunedì 29 luglio 2013

La modernità nel giudizio di Salomone


"Un giorno andarono dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui..." 
Bibbia, Libro dei Re,3,16


Nel mondo degli avvocati frequentemente si usa la perifrasi “giudizio salomonico” per indicare una soluzione della lite che comporta una divisione dell'oggetto della contesa in due parti uguali. Come dire “dividiamo a metà e non se ne parli più”. 
In realtà se, da un lato, questo modo di dire è dal punto di vista storico corrispondente ad un famoso episodio biblico (il giudizio di Salomone appunto), dall'altro, tale corrispondenza è solo apparente poiché, come vedremo, in quella situazione nulla venne diviso a metà.

L'episodio a cui ci riferiamo è contenuto nel primo Libro dei Re nell'Antico Testamento e racconta di quando il re Salomone, chiamato a risolvere una complicata controversia, si destreggiò abilmente riuscendo a rendere una sentenza ricordata dai posteri come esempio di vera giustizia, quasi di “ispirazione divina”.  

venerdì 19 luglio 2013

Una famosissima giuria cinematografica

Abbiamo parlato in un recente post della giuria popolare spiegando cosa sia e quali siano i pregi nonché i difetti di questo istituto tipico dei paesi anglosassoni e, nel tempo, importato anche da noi anche se in forme diverse da quella tipica. Abbiamo ricordato come spesso, in famosi film americani che narrano di processi,  i giurati siano destinatari di accalorate ed emozionanti arringhe degli avvocati della difesa al fine di indirizzare la decisione della lite a favore del proprio cliente. 
Diversamente vorrei parlare oggi di un bellissimo film del 1957 che parla sì di giuria ma è interamente incentrato sull'attività dei giurati riuniti in camera di consiglio. 
Il titolo originale del film, diretto da Sidney Lumet, è "12 angry man" che è stato tradotto in italiano con "La parola ai giurati".
L'antefatto iniziale è molto breve. Si intuisce che è stato svolto un processo perché nella prima (ed unica scena del film ambientata fuori dalla camera di consiglio) un giudice avverte i giurati che possono ritirarsi per decidere avendo sentito tutte le testimonianze ed assistito ad ogni fase processuale. Li invita inoltre a ponderare con cura la decisione perché, nel caso che emettano un verdetto di colpevolezza per l'accusa di parricidio, la pena per l'imputato, un giovane italiano, sarà quella capitale. 

martedì 14 maggio 2013

La teoria della prova indiziaria nella fiaba di Cenerentola

Cosa può avere in comune la fiaba di Cenerentola con il diritto processuale civile? 
La risposta sembrerebbe piuttosto ovvia: niente! In realtà, ed è ciò che cercheremo di raccontarvi qui di seguito, in quella favola si trova un solidissimo esempio sull'uso della prova indiziaria nei processi civilistici.
Tutti ci ricordiamo la storia di Cenerentola ragazza umile e bellissima che vive in balia delle malvagità della sua matrigna e delle ingiustizie delle sorellastre molto più brutte e stupide di lei. La bella sfortunata si ritrova, dopo aver conquistato il cuore del principe del regno, a sposarlo divenendo, in un lieto fine, principessa. La versione più celebre della fiaba è sicuramente quella animata da Walt Disney nel secolo scorso, ma già dal 1600 se ne ritrovano, nelle più famose raccolte di favole per bambini, versioni letterarie pregevoli (un esempio classico è quella scritta da Charles Perrault).

mercoledì 24 aprile 2013

A jurist who deals with Law and Literature

In this post we want to introduce you today to some informations about an important American jurist, who recently has published a very interesting article that we will discuss afterwards. This person is Timothy Sandefur, a principal attorney at the Pacific Legal Foundation. The PLF is the first and oldest conservative public interest law firm in the United States and was established for the purpose of defending and promoting individual and economic freedom throughout proceedings before courts.
To that end, PLF attorneys litigate and participate in administrative proceedings with the goal of supporting free enterprise, private property rights, reasonable environmental regulations and the principle of limited government. PLF is a non-profit organization and thus it does not charge for legal services, but instead provides representation in cases which raise important policy issues that go beyond the narrow interest of the parties before the court. Timothy Sandefur heads the Foundation's economic liberty project, which protects entrepreneurs against intrusive government regulations. 

mercoledì 28 novembre 2012

Un nuovo articolo 140 della Costituzione

Nelle sale di tutti i cinema è stato proiettato di recente il film di Massimiliano Bruno "Viva l'Italia", la cui visione consigliamo a tutti per la leggerezza e semplicità con cui tratta moderni temi sociali. La prima e l'ultima scena del film sono girate all'interno di un teatro, in cui sta andando in scena uno spettacolo comico dedicato alla lettura della nostra Costituzione. Essa infatti viene descritta come opera letteraria la cui lettura può far scaturire ilarità e gioia. Al centro del palco c'è un bravissimo attore che funge da voce "fuori campo" all'intera storia, all'interno dei cui avvenimenti interviene ogni tanto per declamare questo o quell'articolo della Carta Costituzionale. Questa ha, nel film, la copertina di colore rosso pompeiano come il sipario alle spalle del narratore, e viene letta come fosse un copione teatrale, con cadenze e accenti da farla sembrare a tutti più comprensibile e accessibile. 

venerdì 12 ottobre 2012

Una metafora per spiegare il rapporto diritto-società

Il diritto, sia che venga considerato una scienza quale la fisica con le sue regole fisse, sia che venga immaginato come una forma d'arte quale la letteratura con le sue regole interpretative e critiche, è in ogni caso un prodotto dell'essere umano. La definizione di diritto, da non confondere con la mera legge, è sempre stata oggetto di dibattito nel corso della storia. 

Il modernismo giuridico degli inizi XX secolo, similmente all'Illuminismo, aveva fiducia nelle capacità della logica e della ragione umana di risolvere i problemi giuridici e sociali. Il diritto era considerato un sistema completo, formale e ordinato, capace di soddisfare i parametri dell'oggettività e della coerenza. Questo modo di pensare al diritto, anche detto formalismo giuridico, credeva in un sistema in grado di dare risposte logicamente corrette tramite l'applicazione di principi astratti e categorie generali ad ogni caso concreto. Il diritto era considerato inalterabile dal contesto sociale ed economico: acontestualizzato e avalutativo.

venerdì 6 aprile 2012

Tracce di diritto nel mito di Medea

"Medea" è il titolo di una tragedia di Seneca che ricalca la struttura e la trama dall’omonima opera teatrale di Euripide, esaltando al contempo gli aspetti drammatici, morali e vendicativi di una protagonista - donna e maga - colpita dal turbamento psicologico e dalla follia. Dolorosa è la storia raccontata e rappresentata sulla scena, di cui cerchiamo di ricostruire un breve riassunto. 
Giasone, figlio del re di Iolco, dopo l'usurpazione del trono del padre da parte dello zio, parte alla ricerca del vello d'oro per conto di quest'ultimo, che gli ha promesso di riconsegnargli il regno una volta in possesso di tale oggetto. Allora Giasone organizzata la famosa spedizione degli Argonauti inizia il suo viaggio con l'obiettivo del vello d'oro, una pelle di montone custodita dal re della Colchide, Eete, e protetta da un temibile drago. L'eroe giunto sul luogo, si accorge di dover superare una serie di prove impossibili, il cui esito positivo è prospettabile solo con l’aiuto di Medea, la figlia del re Eete.

mercoledì 18 gennaio 2012

I "Ragionevoli dubbi" di un libro, di un processo, di una vita


“Che facciamo, alla fine dei conti, nei procedimenti penali? Noi tutti, dico. Poliziotti, carabinieri, pubblici ministeri, avvocati, giudici? Tutti raccontiamo storie. Prendiamo il materiale grezzo costituito dagli indizi, lo mettiamo insieme, gli diamo struttura e senso in storie che raccontino in modo plausibile fatti del passato. La storia è accettabile se spiega tutti gli indizi, se non ne lascia fuori nessuno, se è costruita in base a criteri di congruenza narrativa. E la congruenza narrativa dipende dall’attendibilità delle regole di esperienza che utilizziamo per risalire dagli indizi alle storie che raccontano i fatti del passato. Storie che in un certo senso dobbiamo inventare”. 

martedì 26 luglio 2011

Il principio della colpevolezza nell'Iliade e nell'Odissea

I poemi omerici - l'Iliade e l'Odissea - conosciuti sin dall'infanzia per le epiche gesta dei famosi eroi in essi protagonisti, non mancano di fornire spunti intorno alla disciplina di cui ci occupiamo: il diritto.
Sebbene la loro datazione sia oggetto di discussione (si pensa che siano stati scritti intorno al IX secolo a.C.) essi costituiscono la prima fonte di letteratura mediterranea nell'area dell'antica Grecia. Sicuramente prodromici per i racconti mitici, sono stati anche anticipatori di alcuni concetti giuridici? Ebbene si. 

Nei due poemi sono rinvenibili i primi passi che l'individuo ha compiuto verso la propria autodeterminazione, un cammino verso la coscienza di essere "soggetti" titolari di libero arbitrio.

venerdì 15 luglio 2011

E-book come Pinocchio: non saranno mai dei libri "veri"

Richard Stallman è un nome che chi usa il computer non può non conoscere. Sarebbe "reato" non sapere i contributi che codesto individuo ha saputo dare alle moderne tecnologie e alle idee di libertà. Programmatore e attivista statunitense Stallman è stato da sempre sostenitore del software libero (o open source), quale fondatore della Free Software Foundation ed ex hacker. La sua immagine e iconografia - un volto barbuto e ieratico - fa ben comprendere che tipo di personalità abbia e che influenza eserciti intorno a lui. Nemico della Apple e del suo "ecosistema" chiuso e proprietario, ha sostenuto idee di libertà, gratuità e di cultura da condividere. Ora Stallman si sta scagliando contro i nuovi libri elettronici.

giovedì 7 luglio 2011

"Il caso Redureau": problemi di non demenza e giustizia razionale

Gli scrittori sono spesso attratti dalla psicologia criminale. E' questo il motivo per cui in molti libri "gialli" l'autore si diverte a tratteggiare il proprio personaggio definendone principalmente i tratti psicologici e costruendo la figura dei protagonisti dal punto di vista "interiore". Una maestra indiscussa di questa modalità è stata Agatha Christie, la quale ha addirittura impostato la soluzione dei misteri nei suoi libri sulla base della sola psicologia. Non per niente il suo investigatore più celebre Hercule Poirot utilizza sempre la sue "piccole cellule grigie" sopratutto per analizzare i caratteri dei personaggi, la loro psiche, sull'assunto che è da questa che si comprendono o, per lo meno, si giustificano le loro azioni e comportamenti (ovviamente sulla base del presupposto che siano pienamente capaci di intendere e di volere, siano cioè persone di mente e stato "normali").
Ci sono altri casi in cui gli scrittori non costruiscono i propri personaggi, ma si appropriano dei protagonisti di fatti criminosi realmente accaduti. Poiché alla repressione del crimine è preposto, soprattutto, il diritto penale e di procedura penale le vicende descritte si svolgeranno spesso durante le indagini, in un processo, in carcere o in altri luoghi o momenti legati alla amministrazione della giustizia. 
Sovente quindi la letteratura usa il diritto per analizzare soggetti dalla psiche particolare.
Un esempio molto chiaro di questa tendenza lo si ritrova nel piccolo libricino di André Gide, premio nobel per la letteratura nel 1947, "Il caso Redureau".  
E' bene precisare fin da subito però una cosa: se poco fa si è scritto che lo studio della psicologia dei protagonisti può condurre in un libro giallo alla soluzione positiva o comunque alla comprensione di un caso, in questo libro (che racconta fatti reali) ciò non avviene.

venerdì 20 maggio 2011

Per fare una legge prendere esempio dagli haiku giapponesi

Nan-in, un Maestro giapponese dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servì il te. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il te, poi non riuscì più a contenersi. "E' ricolma. Non ce n'entra più!". "Come questa tazza" disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?".
Questa storia zen trae dall'essenzialità e dall'immediatezza del linguaggio la sua forza. I maestri zen usavano insegnare e istruire i loro discepoli in gran parte attraverso racconti  come questo, la cui caratteristica fondamentale non è quella di impartire un dogma o un principio da seguire, bensì quella di far nascere nell'ascoltatore un suo proprio ragionamento e una comprensione personale delle parole del maestro.

martedì 26 aprile 2011

Conoscere la storia tramite il diritto

Nell'anno 1076, in un processo tenutosi a Marturi presso Poggibonsi (Siena), un monastero in lite con un privato - riguardo ai diritti su una terra - riesce ad ottenere la vittoria richiamando un testo romano che ammetteva l'interruzione della prescrizione qualora un litigante, senza sua colpa, non fosse stato in grado di reperire il giudice. Un estratto della sentenza originale tradotto dal latino: 
"Breve riassunto a vantaggio dei tempi futuri di come, nel corso di un giudizio - cui parteciparono il giurista Pepone e il giudice Guglielmo - Giovanni avvocato della chiesa e del monastero di San Michele sito nel castello di Marturi si scontrò ed ottenne sentenza favorevole ai danni di Sigizone da Firenze a proposito (della proprietà) di alcune terre. 

martedì 29 marzo 2011

Colpevole e straniero: un processo letterario

"Persino da un banco di imputato è sempre interessante sentir parlare di sé. Durante le arringhe del p.m. e del mio difensore si è effettivamente parlato molto di me... L'avvocato ammetteva la colpabilità, ma con attenuanti; il p.m. denunciava la colpabilità, ma senza attenuanti... A volte ero tentato di intervenire e allora l'avvocato mi diceva: stia zitto,  è meglio per lei. Avevano l'aria di trattare la cosa al di fuori di me. Si decideva la mia sorte senza il mio intervento... ma dopo averci riflettuto un po' non avevo da dire nulla."
da Lo straniero
Come nuovo articolo della sezione Law and Literature vogliamo questa volta affrontare direttamente un testo narrativo, in particolare "Lo straniero" di Albert Camus, come esemplificazione della presenza del diritto nella letteratura.

mercoledì 9 febbraio 2011

Giustizia letteraria o letteratura giudiziaria?

Perché occuparsi delle relazioni fra diritto e letteratura?
Perché confrontare il diritto con altre discipline? A cosa serve?
Alla prima domanda rispondiamo: per considerare, per "pensare" la letteratura con più rigore e il diritto con più immaginazione.
Alla seconda: perché è fecondo confrontare il diritto con altre discipline, cercando di coglierne i punti di contatto e di distacco. 
In particolare, l’idea di guardare al diritto in termini letterari è stata coltivata da numerosi studiosi, più spesso si tratta di giuristi con interessi letterari che di letterati con interessi giuridici; ma non mancano linguisti che analizzano il linguaggio giuridico e le sue caratteristiche.
Quali aspetti di particolare interesse sono al centro di questi studi?

venerdì 28 gennaio 2011

La letteratura portavoce della dinamicità del "diritto"

Come può la letteratura servirsi del diritto rendendolo soggetto di un racconto, di un libro, di un testo teatrale o di una commedia?


Riprendendo il filo interrotto in un precedente articolo del blog, "La legge è un'opera of speaking and writing", in cui si è affrontato il tema della presenza dello stile letterario e della narrativa nel diritto, nei suoi atti giuridici e nelle menti dei giuristi, voglio ora parlare della situazione antitetica: la presenza del diritto nella letteratura.
L'approccio a questo tema ha come punto di partenza il testo narrativo. L'interesse millenario della letteratura nei confronti di tematiche giuridiche (avvocati, processi, indagini istruttorie, procedure, precedenti, codici e leggi) è davanti agli occhi di tutti. E gli esempi a riguardo sono molteplici.
L'insigne docente londinese di diritto John H. Wigmore è stato il primo, nel 1908, a individuare i diversi modi in cui il romanzo utilizza le tematiche giuridiche. Più di recente gli studiosi Weisberg e Kretschman hanno individuato più precisamente le quattro seguenti categorie:

lunedì 24 gennaio 2011

La legge è un'opera "of speaking and writing"

Gli studi interdisciplinari sul diritto e la letteratura negli ultimi decenni hanno portato alla nascita di un vero e proprio movimento globale: The Law and Literature movement. 
Si tratta di un progetto che si attua nella lettura comparata (ossia parallela) di testi letterari e giuridici,  confrontandoli per carpire le prospettive che offrono gli uni e gli altri e per conoscere ciò che si dice di noi stessi e della società in cui viviamo.
Ci troviamo di fronte a due sfere culturali eterogenee. Eppure ciò che legittima  l'approccio comparatistico a questi due ambiti apparentemente lontani è il loro comune interesse per i problemi del linguaggio: entrambi cercano infatti, attraverso quest'ultimo, di dare una forma alla realtà e si trovano a dover affrontare gli ostacoli di struttura, retorica, ambiguità, interpretazione e ricerca del significato come veicolato dai segni linguistici.

martedì 16 novembre 2010

Humpty Dumpty e Alice: protagonisti del diritto

Humpty Dumpty è un personaggio di una filastrocca inglese, rappresentato come un grosso uovo con sembianze umane seduto sulla cima di un muretto. La sua figura fu utilizzata anche da Lewiss Carroll ( autore, tra l'altro, di "Alice nel paese delle meraviglie") che gli fece incontrare Alice in uno dei capitoli più celebri di un altro suo libro "Attravero lo specchio" (Trough the Looking Glass, 1871)  molto caro, oltre che ai bambini, anche agli studiosi di semantica, linguistica e, persino, di diritto.
In questo incontro Humpty Dumpty si esprime in modo davvero singolare e la sua abitudine a "comandare" a piacimento le parole per dar loro il significato che preferisce crea qualche difficoltà di comunicazione fra i due, come risulta dal seguente dialogo:

sabato 13 novembre 2010

Il tradimento è genetico?

Se avessimo avvertito Renzo delle insidie della giustizia lo avremmo aiutato ad evitare il di lei tradimento? Probabilmente no: la sua fiducia nella provvidenza legislativa era incrollabile. 
Neppure se lo avessimo colpito con una "grida" in testa per fargli alzare lo sguardo "su come girava il mondo" si sarebbe accorto di quanto possa essere pesante la legge per chi la rispetta.
Hanno detto, filosofi nominalisti, che qualcosa esiste solo se qualcuno le dà un nome  e, a maggior ragione, che un testo in sè non può essere nulla senza qualcuno che lo interpreti e lo applichi. Già solo il cognome avrebbe dovuto mettere in guardia il semplice montanaro nei confronti del dottor Azzecca-Garbugli!

domenica 12 settembre 2010

L'ambiguità della sovranità

Cosa ci colpisce di un episodio di cronaca? Tutto può essere interessante, dalla specialità della sua vicenda all'anormalità dei comportamenti umani, ma in particolar modo la sua genesi, il carattere dei personaggi e il movente dell'azione. Cattura di più la storia di un caso piuttosto della fredda struttura o della concreta esecuzione. Ci si interroga sul perchè si sia agito in quel modo, cosa abbia fatto scatutire tanto odio o passione o ira e quali siano i "veri" retroscena.