E' da molti ipotizzato in Italia un nuovo contratto tra studenti e Stato per favorire l'istruzione, incrementare la cultura, livellare le diseguaglianze sociali e contribuire alla formazione di una generazione consapevole degli aiuti che si ricevono. Una soluzione contrattuale già presente in ambiti extra-nazionali, che ben potrebbe essere praticata anche nel nostro paese.
L'articolo 1321 codice civile contiene la definizione di contratto come "l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale". Il contratto, quale istituto giuridico, tra le molte funzioni che possiede è perlopiù idoneo a soccorrere in numerosi ambiti della vita (familiare, matrimoniale, relazionale, commerciale, assicurativa, ecc...) per dare certezza ai rapporti sociali.
Laddove si vogliano fare progetti per un futuro, ma al contempo si desideri godere nel presente di determinati beni o svolgere attività o utilizzare somme di denaro si stipula un contratto con altri soggetti. Avendo l'accordo giuridico contenuto patrimoniale normalmente vengono richieste garanzie di affidabilità per l'adempimento delle obbligazioni in esso contenute, ma per il contratto innovativo che vi stiamo per delineare la situazione è un po' differente. Esso vede come contraenti principali gli studenti universitari, quali soggetti creditori di una somma di denaro in un primo momento e poi debitori della stessa verso l'altro contraente: lo Stato. Vediamo in cosa consiste e la ratio di questo istituto.
Tutto parte dalla difficoltà per gli studenti di allontanarsi dalla propria famiglia per frequentare l'università desiderata a causa degli alti costi (degli studi e del mantenimento fuori sede). Muoversi per scegliere l’ateneo migliore potrebbe restare appannaggio di pochi privilegiati, soprattutto in un periodo di crisi come questo. C’è però un modo per evitare questa discriminazione tra ricchi e poveri: prendere oggi un prestito, per finanziare i propri studi, e rimborsarlo con il reddito a cui, in futuro la laurea, darà accesso. Con un sistema di prestiti per il finanziamento degli studi, le università potrebbero raccogliere maggiori risorse per migliorare la qualità della propria offerta, fissando liberamente le tasse di iscrizione, senza con questo escludere gli studenti con reddito familiare basso. Il tutto favorirebbe anche una maggiore concorrenza tra atenei.
Il talento dei figli non è correlato al reddito dei genitori e non è quindi opportuno, per la società, che abbiano maggiori possibilità di studiare i figli dei più ricchi. D’altra parte, un’istruzione superiore di qualità è spesso la chiave per guadagnare redditi maggiori e appare equo che colui che beneficerà dei secondi sopporti i costi della prima. Il costo del prestito sarà pagato da colui che ne beneficerà: non sono i redditi correnti dei genitori a essere intaccati, ma quelli futuri del laureato. Il rimborso avverrà con una quota costante del reddito futuro (un prelievo fiscale): se (e fino a quando) il reddito sarà basso, altrettanto basso sarà il rimborso.
Il periodo in cui i rimborsi saranno dovuti dovrà essere variabile: quanto più bassi saranno i redditi, tanto più lungo sarà quel periodo (al limite, per tutta la vita lavorativa); viceversa, chi avrà redditi elevati finirà prima di rimborsare il proprio debito.
Il periodo in cui i rimborsi saranno dovuti dovrà essere variabile: quanto più bassi saranno i redditi, tanto più lungo sarà quel periodo (al limite, per tutta la vita lavorativa); viceversa, chi avrà redditi elevati finirà prima di rimborsare il proprio debito.
Il prestito dovrebbe dunque far sì che gli ex-studenti paghino in proporzione al proprio reddito, risultando perciò assicurati dal rischio che il rimborso ne assorba una quota esorbitante; coloro che guadagneranno di più rimborseranno prima il proprio debito; ovviamente ciascuno resta responsabile del proprio debito, fino ad averne completato il rimborso.
Un contratto di questo tipo difficilmente verrebbe offerto da una banca, che vorrebbe evitare l’incertezza circa l’orizzonte temporale con cui rientrerebbe in possesso di quanto ha prestato e comunque richiederebbe un tasso di interesse elevato per farsene carico. Lo Stato invece ha una maggiore capacità di sopportare rischi di scadenza e può offrire il contratto senza ricarico. Le autorità principali di ogni paese devono infatti perseguire interessi quali la cultura, l'istruzione, il lavoro, il benessere sociale che invece una banca non deve per forza avere tra i suoi scopi, non è solo una questione di rischio ma degli interessi che lo Stato vuole favorire e privilegiare, rispondendo ed attuando gli articoli della Costituzione che ad essi fanno riferimento.
Collegamento all'articolo Dalla Costituzione a J.F.Kennedy
Collegamento ad un post sull'eliminazione del valore legale della laurea e le sue conseguenze in tema di qualità delle università e diritto allo studio: Il valore legale della laurea, perchè eliminarlo?
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