martedì 16 novembre 2010

Humpty Dumpty e Alice: protagonisti del diritto

Humpty Dumpty è un personaggio di una filastrocca inglese, rappresentato come un grosso uovo con sembianze umane seduto sulla cima di un muretto. La sua figura fu utilizzata anche da Lewiss Carroll ( autore, tra l'altro, di "Alice nel paese delle meraviglie") che gli fece incontrare Alice in uno dei capitoli più celebri di un altro suo libro "Attravero lo specchio" (Trough the Looking Glass, 1871)  molto caro, oltre che ai bambini, anche agli studiosi di semantica, linguistica e, persino, di diritto.
In questo incontro Humpty Dumpty si esprime in modo davvero singolare e la sua abitudine a "comandare" a piacimento le parole per dar loro il significato che preferisce crea qualche difficoltà di comunicazione fra i due, come risulta dal seguente dialogo:
"ecco la tua gloria", H.D.,
"non so che cosa intendiate voi con 'gloria'" disse Alice,
"è naturale che tu non lo sappia... finchè non te lo dico io...", H.D.,
che continua, "quando io uso una parola, questa significa esattamente ciò che io voglio che significhi... nè più, nè meno",
"bisogna vedere", disse Alice, "se voi potete dare alle parole molti significati diversi",
"bisogna vedere", disse H.D. "chi è che comanda".
Filosoficamente, Humpty Dumpty rappresenta le tesi del nominalismo radicale e del convenzionalismo, mentre Alice impersona il realismo concettuale, posizioni tra loro contraddittorie.
La prima teoria sottolinea che le definizioni, lungi da cogliere l'essenza di qualcosa, si limitano a istituire l'uso di un'espressione linguistica, attribuendole un significato arbitrario.
La seconda teoria porta invece avanti la tesi esattamente opposta, sostenendo che le parole in sè stesse posseggano un significato proprio. Alice, considerata ingenua dal suo interlocutore, nutre la convinzione dogmatica (assimilata a quella realistica) che sia possibile dare una sola interpretazione corretta delle parole altrui, soluzione sulla quale Humpty Dumpty è parecchio scettico. Secondo quest'ultimo infatti la comunicazione umana è basata su un continuo fraintendimento. E' risaputo infatti che gli enunciati costruiti con meri segni e parole convenzionali siano vaghi, generici ed ambigui.
La posizione di Alice a livello giuridico viene fatta propria dalla c.d. giurisprudenza dei concetti, la quale è convinta che alle parole della legge si possa attribuire appunto un significato proprio, una sola ed unica interpretazione.
Ma, passando dal linguaggio all'interpretazione del diritto, passando dalla filosofia delle parole alle norme giuridiche, oggi tutti riconoscono, come già Humpty Dumpty, l'insostenibilità del dogmatismo aliciano e della "giurisprudenza dei concetti" (che tuttora permane nell'art.12 Preleggi: "Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole...").
Dai dogmi, dalle definizioni aprioristiche, dal "cielo dei concetti" ci si abbassa verso una formazione del diritto e sua interpretazione non più nelle mani di un legislatore "superuomo", unica fonte di produzione, ma in quelle di operatori giuridici diffusi.
Di fronte quindi ad una norma giuridica, il giurista-interprete può applicare le più varie interpretazioni, facendo cosi corrispondere ad una data disposizione (significante), non una, bensì parecchie norme diverse (significati). Si respinge cosi l'ipotesi avanzata dalla giurisprudenza tradizionale che ad ogni questione interpretativa possa essere data una right answer, una soluzione giusta. Conclusione questa ormai per tutti pacifica, in virtù del sempre maggior ruolo assunto dalla giurisprudenza, quale interprete creatrice di significati sia negli ordinamenti nazionali che in quelli sovranazionali attraverso le sue sentenze.
Gli scettici (come Humpty Dumpty), insomma, considerano l'attribuzione del significato come il frutto di decisioni prese caso per caso: il diritto viene creato a posteriori dagli interpreti. Il vero autore del diritto non è chi formula le disposizioni (il legislatore) bensì chi le interpreta (giudici, avvocati e dottrina, ma non solo: tutti noi).  

Il concetto del nominalismo è affiorato, più latamente, anche in un altro articolo del blog sul diritto nei Promessi Sposi. Per chi fosse interessato: Il tradimento è genetico?

Il tema dell'interpretazione del diritto è affrontato, da un punto di vista più "giuridico", in un altro articolo del blog: La "giurisprudenza" come fonte del diritto

collegamento ad un altro articolo del blog che affronta il tema del linguaggio nella legge: La legge è un'opera "of speaking and writing"

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