venerdì 20 maggio 2011

Per fare una legge prendere esempio dagli haiku giapponesi

Nan-in, un Maestro giapponese dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servì il te. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il te, poi non riuscì più a contenersi. "E' ricolma. Non ce n'entra più!". "Come questa tazza" disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?".
Questa storia zen trae dall'essenzialità e dall'immediatezza del linguaggio la sua forza. I maestri zen usavano insegnare e istruire i loro discepoli in gran parte attraverso racconti  come questo, la cui caratteristica fondamentale non è quella di impartire un dogma o un principio da seguire, bensì quella di far nascere nell'ascoltatore un suo proprio ragionamento e una comprensione personale delle parole del maestro.
Con il termine Zen ci si riferisce, di solito, a un insieme di scuole buddhiste giapponesi, portatrici di una propria visione e filosofia di vita, propri fondamenti spirituali e anche propri monasteri e monaci. Origine e fondamento delle arti e della cultura, lo Zen ispirò la poesia (haiku), la cerimonia del tè, l'arte di disporre i fiori, l'arte della calligrafia, la pittura, il teatro, l'arte culinaria ed è alla base delle arti marziali, dell'arte della spada e del tiro con l'arco.
Soffermando la nostra attenzione sulla poesia giapponese, l'haiku è un componimento poetico, composto da tre versi, nato appunto in Giappone nel XVII secolo. Il primo verso ha cinque sillabe come il terzo, mentre il secondo ne ha sette. 
L'haiku è una poesia dai toni semplici, senza titolo né congiunzioni, che trae la sua forza dalle suggestioni della natura e delle stagioni - i soggetti appunto del componimento - di cui il poeta coglie scene rapide e intense che gli trasmettono emozioni. L'ultimo verso è, tradizionalmente, il cosiddetto riferimento stagionale, cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta la poesia o al quale è dedicata.
Anche qui, come per le storie zen, la brevità della composizione richiede una grande capacità di sintesi di pensiero e d'immaginazione e il risultato è una semplice traccia, uno spunto di riflessione che sta al lettore completare.
Un esempio di haiku potrebbe essere questo:
 Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Rumore d'acqua.
La semplicità di un testo non danneggia la sua comprensione, anzi ne aumenta la conoscibilità interiore da parte del lettore. Un testo lungo invece può scoraggiare, può non coinvolgere o confondere. 
Questi esempi sopra riportati di linguaggio e poesia giapponese colpiscono per la velocità d'arrivo del messaggio che vogliono trasmettere e per la sua incisività. La "stringatezza" dell'espressione non per questo deve far pensare ad un corta e poco ponderato processo di formazione e sedimentazione del testo, anzi il contrario. Elaborare un concetto nel miglior modo possibile e farlo con a disposizione pochi versi o righe richiede un lungo lavoro e anche capacità.

Le tanto contestate leggi "omnibus", lunghe e dispersive, dai contenuti più disparati ed eterogenee, potrebbero essere bandite se si cambiasse il modo di legiferare. Un testo sintetico al posto di un testo prolisso, un testo leggibile al posto di un intricato dilungarsi di  abrogazioni di norme e di rinvii ad altre leggi, poche righe invece di articoli e commi infiniti, una concentrazione del significato dell'atto al posto di una non comprensibile e individuabile ratio. Perché no?
Gli esempi attuali di compostezza e rigore del popolo giapponese di fronte a disastri naturali e morti umane, a cui noi occidentali guardiamo con stranezza, sono solo alcune delle peculiarità di quel mondo da conoscere e magari emulare. Il riferimento è qui alla poesia giapponese e al suo modo di crearla: la sua semplicità ed immediatezza potrebbero essere le linee guida per pensare un atto normativo. Si tratta ovviamente di una considerazione generale ed anche astratta, ma - credo - si può prendere ad esempio qualsiasi cosa di positivo si trovi nelle altrui culture.
Una legge come un haiku (con il solo elemento in più del titolo)! 

Per un esempio di una legge cd "omnibus" italiana anche molto recente: Decreto Milleproroghe poco trasparente ma impellente


Collegamento ad un articolo che riporta una storia tratta dalle 101 storie Zen il cui argomento è la soluzione di un problema giuridico attuata con disarmante semplicità: Arrestare il Buddha di pietra 

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