venerdì 28 settembre 2012

Gli arbitri devono essere indipendenti, terzi e imparziali come i giudici?


Abbiamo già avuto modo di soffermarci in qualche articolo sull'istituto giuridico dell'arbitrato, che offre la possibilità a due litiganti di affidare la decisione sulla controversia che li vede coinvolti (o su tutte le eventuali controversie future) a terzi arbitri privati in luogo della normale e fisiologica mobilitazione dell'apparato giurisdizionale dello Stato.
Interessante è notare come determinati istituti cardinali del nostro processo civile non siano di facile e sicura applicazione in corso di arbitrato, suscitando discussione fra gli interpreti, così come altri istituti assenti nel processo trovino invece terreno fertile per un loro utilizzo proprio nell'ambito del procedimento privato di arbitrato.
Esemplificativo sotto questo punto di vista, ossia sul differente approcciarsi di arbitrato e processo a certi istituti giuridici, è il tema della indipendenza e imparzialità di colui che deve giudicare; cercheremo, quindi, di approfondirlo brevemente.

giovedì 13 settembre 2012

Cosa si intende per sicurezza e standard di sicurezza informatica?


Il tema della sicurezza informatica, è diventato di stringente attualità, balzando all’attenzione di sviluppatori di software (ma anche giuristi), in seguito alla crescita esponenziale dell’uso di strumenti informatici e di internet da parte della collettività.
Ma che cosa si intende realmente con l’espressione “sicurezza informatica”?
Essa indica quel ramo specifico dell’informatica che si occupa delle misure in grado di assicurare all’utenza autorizzata l’accesso a tutti e soli i servizi previsti da contrattazione o regolamentazione amministrativa, nei tempi e nelle modalità previste in tali strumenti. Tale attenzione degli sviluppatori di software per gli aspetti di sicurezza nei programmi o nell’invio e ricezione di dati confidenziali o protetti, è la risultante della crescita nell’uso di strumenti informatici ed internet.

sabato 8 settembre 2012

La privacy a scuola: dieci regole dal Garante per la protezione dei dati personali

Nel nostro precedente articolo abbiamo parlato delle novità tecnologiche in arrivo sul piano della protezione dei minori davanti alla televisione ed, in particolare, del "parental-control". Oggi, proseguendo nel parlare di nuove tutele, vogliamo confrontarci con un recentissimo comunicato comparso sul sito web dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali che fornisce un decalogo di regole utili in tema di tutela della privacy nelle scuole.
Indirizzate, questa volta, non solo agli studenti (eventualmente minori) ma anche ai professori ed ai genitori queste regole hanno l'obiettivo di riassumere i contenuti dei provvedimenti adottati e dei pareri forniti dal Garante in tema di privacy nelle scuole, fornendo ai suoi destinatari uno strumento di semplificata consultazione e di utilità come promemoria a pochi giorni dall'inizio delle lezioni.
Intititolato "La privacy a scuola. Dai tablet alla pagella elettronica. Le regole da ricordare" il documento tocca vari temi scottanti: dalla necessità del consenso per la pubblicazione di vido e foto sui social network alla necessità di tutelare i ragazzi portatori di handicap in modo rafforzato, dall'utilizzo di tablet nelle classi all'uso delle foto di recite e gite scolastiche e così via.

lunedì 3 settembre 2012

Il "parental control": una censura privata segno di libertà e responsabilità

Sebbene agli occhi di tutti possa sembrare che il Governo Monti si occupi solo di salvare la nostra Italia dalla crisi economica in realtà incanala le sue energie anche in altri settori concernenti la vita quotidiana di tutte le famiglie italiane, tra cui quello delle reti televisive e della tutela dei minori.
In Italia vige in materia un codice di autoregolamentazione televisivo, legge n.122/2004, per cui sono le reti emittenti stesse ad autocensurarsi prima di mandare in onda un telefilm, un film o una trasmissione durante la fascia protetta (ore 07.00-22.30).
Lo scorso giugno, tuttavia, il Governo ha emanato un decreto legislativo, su delega del Parlamento, al fine di adeguare la legislazione italiana alle norme europee in tema di protezione dei minori davanti alla televisione. La ratio perseguita dal legislatore è stata quella di attuare un giro di vite sulla programmazione "oscena" e porre dei limiti più ferrei alle tv aumentando la tutela dei minori. 
Il provvedimento infatti elimina definitivamente la possibilità di inserire in un palinsesto televisivo (a qualsiasi ora della giornata) film vietati ai minori di 18 anni e programmi che possano nuocere gravemente allo sviluppo psicofisico dei minori inoltre il bollino rosso deve restare in onda per tutta la durata del programma e i film violenti e pornografici possono essere trasmessi solo dai canali a pagamento.