venerdì 15 luglio 2011

E-book come Pinocchio: non saranno mai dei libri "veri"

Richard Stallman è un nome che chi usa il computer non può non conoscere. Sarebbe "reato" non sapere i contributi che codesto individuo ha saputo dare alle moderne tecnologie e alle idee di libertà. Programmatore e attivista statunitense Stallman è stato da sempre sostenitore del software libero (o open source), quale fondatore della Free Software Foundation ed ex hacker. La sua immagine e iconografia - un volto barbuto e ieratico - fa ben comprendere che tipo di personalità abbia e che influenza eserciti intorno a lui. Nemico della Apple e del suo "ecosistema" chiuso e proprietario, ha sostenuto idee di libertà, gratuità e di cultura da condividere. Ora Stallman si sta scagliando contro i nuovi libri elettronici.

In breve, un e-book (in italiano libro elettronico) è un libro in formato elettronico o digitale. Si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari o anche appositi lettori digitali. Il termine deriva dalla contrazione delle parole electronic book.

Il vecchio guru (Stallman) parla di veri e propri "pericoli degli e-book” e ne sottolinea le principali controindicazioni.  Si tratta di volumi digitali che rispetto a quelli cartacei richiedono una identificazione prima di potere essere acquistati e impediscono a chi li possiede di prestarli liberamente o modificarli a causa dei formati proprietari. “Le tecnologie che dovrebbero darci maggiore potere – avverte Stallman - vengono usate invece per incatenarci. Dobbiamo rifiutarci di comprare ebook finché non rispetteranno la nostra libertà. Mentre per comprare o regalare un libro cartaceo basta recarsi muniti di contanti in una libreria, senza la necessità di mostrare un qualsivoglia documento, per compiere la stessa operazione sul web, al fine di accaparrarsi un ebook,  occorre pagarlo con carta di credito previa identificazione. Questo significa che chiunque abbia accesso ai dati conservati nei server della società che gestisce le transazioni, potrebbe farsi un'idea dei nostri gusti di lettura e dei nostri interessi. 
C'è di più, spiega sempre Stallman: le protezioni Drm (Digital Right Management) impediscono di effettuare una copia del volume acquistato ad esempio per prestarlo a un amico, cosa invece comunissima con i libri cartacei. Il compratore non diventa mai dunque, possessore, a tutti gli effetti di un libro digitale ma ne è un semplice usufruttario. Anzi, il libro può perfino essere cancellato da remoto dal venditore con un'iniziativa unilaterale.
Tutte queste limitazioni sugli ebook sono giustificate da parte delle case editrici in virtù del diritto d'autore. Gli autori dei libri, sostengono quest'ultime, devono ricevere il giusto profitto dalla vendita degli stessi. Ma Stallman sul punto non è d'accordo: “l'attuale sistema del copyiright, più che per sostenere gli autori, serve a supportare le case editrici. Possiamo ricompensare gli autori in altri modi, che non richiedano di limitare la nostra libertà”. 

Per capire cosa siano i drm vi mettiamo un collegamento ad un articolo del nostro blog: Misure tecnologiche di protezione? Soffocano i nostri diritti

Se vi è piaciuto l'articolo non dimenticate di aderire gratuitamente al feed di Leggendoci per rimanere sempre aggiornati sul nostro blog!  

Indietro alla pagina Law and Literature

Nessun commento:

Posta un commento