venerdì 18 febbraio 2011

Spesometro: dimmi quanto spendi e scoprirò se dichiari il giusto


Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 22 dicembre 2010, in attuazione del decreto legge 31 maggio 2010 n.78, convertito con modifiche nella Legge 30 luglio 2010 n. 122 (recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) è divenuto operativo il cosiddetto “Spesometro fiscale”.     
Lo spesometro serve per accertare il reddito dichiarato dai contribuenti in base alla loro capacità di spesa. In pratica come un "Grande Fratello" del Fisco che spierà tutte le transazioni effettuate anche da privati cittadini d'importo superiore ai 3600 euro o sopra i 3000 euro se eseguite da operatori economici. Vi sarà infatti l'obbligo di fornire al venditore il proprio codice fiscale o partita Iva al momento di pagare qualsiasi bene o servizio di prezzo superiore a tale cifra. Si pensi agli acquisti nelle gioiellerie o nei negozi di arredamento oppure, per i servizi, si pensi alle spese pagate alle agenzie di viaggi.
I commercianti o i prestatori di servizi saranno di conseguenza obbligati a trasmettere automaticamente, per via telematica, alla pubblica amministrazione i dati dei clienti (codice fiscale o partita Iva) e le operazioni da essi effettuate. Il Fisco riceverà cosi il codice fiscale e l'importo della transazione e controllerà se il reddito dichiarato dalla persona è congruo rispetto alle spese effettuate.

A che cosa serve quindi lo «spesometro»?
Il nuovo strumento, previsto dalla manovra estiva, serve per verificare se le spese sostenute da consumatori (privati cittadini) e operatori economici (es. fornitori o clienti di una società) sono in linea con i redditi e i beni dichiarati al fisco. Per esempio: un contribuente che dichiari 30mila euro di reddito e, nello stesso annuo, effettui 50mila euro di spese, viene indicato tra i soggetti a rischio evasione, e dunque sarà soggetto ai controlli.
Sopra quale soglia scatta il controllo?
La manovra estiva fissa un importo non inferiore a 3000 euro per le operazioni unitarie fatte da clienti o fornitori verso società, imprese o professionisti (cosiddette operazioni business to business), mentre per le spese di privati consumatori l'obbligo di comunicazione scatta con un importo superiore a 3600 euro (cosiddetti rapporti business to consumer) .

Nel passato invece la comunicazione riguardava le operazioni di valore unitario pari o superiore a 25000 euro, con esclusione per di più delle spese di privati consumatori.

Gli occhi del Fisco saranno cosi puntati sugli "spendaccioni".
Ma poniamo degli interrogativi: è corretto, secondo voi, per il solo fatto di fare un acquisto sopra i 3600 venire automaticamente segnalati e ciò a prescindere dalla denuncia dei redditi?  
Facciamo un esempio: se un operaio, un lavoratore a basso reddito o un giovane con contratto a tempo determinato, un precario,ecc.. decidono di acquistare la loro prima casa o l'automobile di famiglia, pur magari coi risparmi di una vita, ovviamente spenderanno molto di più di quanto possa essere il loro reddito. E' giusto che siano tutti virtualmente passibili di "controllo" ?
Un altro interrogativo: non si tratta di un modo per scaricare sulle attività commerciali i compiti dell'agenzia delle finanze? Può scoraggiare effettivamente l'evasione ovvero rende al contrario ancora più solidale il rapporto tra chi vende e chi compra per sfuggire alle tasse?
Ogni strumento per combattere l'evasione, anche quella minore, contiene degli elementi di utilità. Bisogna vedere poi in pratica le contromisure che adottano gli evasori sempre pronti a vanificare ogni iniziativa tesa a scovarli. 

Collegamento ad un articolo che spiega cosa sia e come funzioni il "nuovo" redditometro, un altro strumento a disposizione del Fisco per la lotta contro l'evasione: Il nuovo redditometro contro l'evasione fiscale


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6 commenti:

  1. chi non ha nulla da occultare al fisco, dovrebbe essere ben disposto al controllo. è una questione di solidarietà.pago io, e paghi tu.il pane costa x per tutti.purtroppo però la tentazione all'evasione è come una bella donna nuda...e l'evasione la più popolare delle arti.

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  2. Giustamente chi nulla ha da nascondere, nulla deve temere. Ma i controlli sono degli strumenti particolarmente gravosi e dispendiosi e per essere efficaci abbisognano di essere mirati, precisi e fatti dalle autorità idonee. Non si può regolamentare un controllo a caso, apparentemente stringente, ma forse poco effettivo. Nuove misure più efficaci,prossime e ottimali sono desiderate da tutti, ma che siano tali...

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  3. Penso che questo provvedimento sia l'ennesimo pagliativo. vero che, come dice il proverbio "piuttosto che niente è meglio piuttosto" però servirebbe una riforma corposa del sistema fiscale, o meglio un controllo a tappetto.
    Piuttosto che scelgano un sistema simile a quello Svizzero, dove se non erro a ciascuna professione vengono assegnati d'ufficio dei range di dichiarazione, da cui non è possibile sgarrare.
    Sinceramente sono stufo di leggere di professionisti di qualsiasi livello che dichiarano cifre lorde inferiori a quelle di un commesso/operaio (con tutto il rispetto per queste categorie professionali), che chiedono le esenzioni sulle tasse universitarie dei figli e poi hanno il culo poggiato su automobili da 40-50 mila euro.

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  4. grazie del tuo commento... noi giovani leggiamo dei provvedimenti che vengono presi, li valutiamo e la cosa migliore che possiamo fare è parlarne, lamentarsi e diffondere la necessità di idee migliori...

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  5. credo che il problema peggiore possa essere appunto la tua seconda considerazione, ovvero la possibilità che si crei quasi un "accordo" nell'evadere per il commerciante quanto per chi acquisti.
    Però tutto sommato penso che possa dare dei frutti, o almeno è un tentativo per frenare una piaga davvero importante

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  6. tutti quanti speriamo nella buona ed onesta indole dell'uomo affinchè questo intervento legislativo possa dare i suoi frutti... oramai ciascuno di noi è totalmente inscritto nella propria individualità che non ci si cura più del benessere collettivo o degli interessi diffusi, appartenenti a più categorie di uomini... le tasse sono proprio lo strumento, forse il più costrittivo, ma il più efficace, per una sana convivenza fra tutti...

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