martedì 26 luglio 2011

Il principio della colpevolezza nell'Iliade e nell'Odissea

I poemi omerici - l'Iliade e l'Odissea - conosciuti sin dall'infanzia per le epiche gesta dei famosi eroi in essi protagonisti, non mancano di fornire spunti intorno alla disciplina di cui ci occupiamo: il diritto.
Sebbene la loro datazione sia oggetto di discussione (si pensa che siano stati scritti intorno al IX secolo a.C.) essi costituiscono la prima fonte di letteratura mediterranea nell'area dell'antica Grecia. Sicuramente prodromici per i racconti mitici, sono stati anche anticipatori di alcuni concetti giuridici? Ebbene si. 

Nei due poemi sono rinvenibili i primi passi che l'individuo ha compiuto verso la propria autodeterminazione, un cammino verso la coscienza di essere "soggetti" titolari di libero arbitrio.

venerdì 22 luglio 2011

La "questione criminale" dei nostri giorni


"La legalità è la premessa del dibattito politico, o almeno dovrebbe esserlo. La premessa e non solo il risultato e l'onestà non ha colore, spesso così come non ne ha l'illegalità." Roberto Saviano
Il 19 luglio scorso ricorreva l'anniversario della morte di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta massacrati in via D'Amelio lo stesso giorno del 1992, 19 anni fa. In occasione della commemorazione nel Palazzo di giustizia di Palermo il Presidente della Camera Gianfranco Fini si è espresso, con forti e autorevoli, toni contro qualsiasi tipo di collusione con la mafia e il malaffare che viene ad esistere soprattutto all'interno dei partiti politici. Quest'ultimi, egli ha detto, "devono evitare di candidare persone sospette di vicinanza con la mafia" e a maggior ragione di "elevarli a posti di responsabilità".  Non bisogna, quindi, trincerarsi dietro lo schema della sentenza, affermando il principio di non colpevolezza dell'indagato o presunto colpevole, finché condanna definitiva non ci sia; continua poi sostenendo che "non è necessario aspettare sentenze definitive per prendere le decisioni che servono. Basta applicare principi di responsabilità politica ed etica pubblica". Politici o amministratori coinvolti in inchieste di mafia, dovrebbero solo per il sospetto di collusione o vicinanza al mondo mafioso essere considerati inaffidabili per la gestione della cosa pubblica. Affermazioni queste che hanno scatenato obiezioni dalla parte politica opposta, ma che fortunatamente non hanno rovinato la cerimonia che aveva ben altri fini rispetto a quello dello scontro politico. 

martedì 19 luglio 2011

La "trasmigrazione" dei principi tra Stati membri della Unione Europea

Un principio indica di consueto l'origine o l'inizio di qualcosa. Nel campo del diritto invece il termine assume una diversa prevalente accezione: quella di fondamento. I principi del diritto sono infatti "canoni" o "linee guida" per la formazione, l'interpretazione e l'applicazione delle norme da parte dei soggetti competenti. Sebbene si tratti di criteri vaghi, di solito nemmeno definiti, pongono comunque degli argini insuperabili a coloro che se ne devono servire, quali il legislatore, il giudice comune, la Corte Costituzionale o una autorità amministrativa. Alcuni esempi: il principio di ragionevolezza, di coerenza, di non ingiustizia, di non discriminazione, ecc...
Essendo regole fondamentali, e come abbiamo detto criteri interpretativi usati da molti interpreti, ogni ordinamento ne crea di propri per poi applicarli al suo interno; eppure esistono dei meccanismi che consentono la "trasmigrazione" di questi principi, nati in ambito nazionale, locale, da un ordinamento all'altro. Di seguito cercerò di descriverne uno: quello dovuto alla partecipazione di più Stati membri ad uno stesso ordinamento sovranazionale vincolante, quale ad esempio l'Unione Europea.

venerdì 15 luglio 2011

E-book come Pinocchio: non saranno mai dei libri "veri"

Richard Stallman è un nome che chi usa il computer non può non conoscere. Sarebbe "reato" non sapere i contributi che codesto individuo ha saputo dare alle moderne tecnologie e alle idee di libertà. Programmatore e attivista statunitense Stallman è stato da sempre sostenitore del software libero (o open source), quale fondatore della Free Software Foundation ed ex hacker. La sua immagine e iconografia - un volto barbuto e ieratico - fa ben comprendere che tipo di personalità abbia e che influenza eserciti intorno a lui. Nemico della Apple e del suo "ecosistema" chiuso e proprietario, ha sostenuto idee di libertà, gratuità e di cultura da condividere. Ora Stallman si sta scagliando contro i nuovi libri elettronici.

martedì 12 luglio 2011

La Cassazione docet: si ad una piantina di marijuana sul balcone!

Le regole giuridiche che disciplinano la vita e i rapporti inter-soggettivi degli individui sono, come ben sappiamo, di creazione legislativa ma la modernità dei tempi e l'emulazione di modelli extra-nazionali, soprattutto di common-law, influiscono e condizionano in modo pregnante i giudici sul modo di interpretare le norme, di leggerle e di applicarle. 
Molte volte ci siamo soffermati sulla sempre maggior rilevanza delle decisioni giurisprudenziali nel nostro ordinamento, sebbene non sia tuttora sancito il principio del precedente vincolante (o, alla latina, dello stare decisis). Probabilmente la celerità, la concretezza e l'attualità di una decisione di un giudice potrebbe sostituire a volte l'inerzia parlamentare permettendo un continuo aggiornamento della normativa. Le pronunce della Corte di Cassazione, supremo organo giurisdizionale del nostro ordinamento, sono dotate di una notevole autorità, nel senso che, sebbene siano nate da un caso concreto, da un giudizio specifico, enunciano principi vincolanti per i giudici che dovranno decidere successivamente e anche per il legislatore. Quando in una materia si stabilizza un prevalente orientamento giurisprudenziale esso viene il più delle volte normativizzato in leggi successive.
Un piccolo incipit questo per parlare in questo articolo di una recente decisione della Cassazione, che si è espressa su un tema di lunga discussione nel nostro paese.

giovedì 7 luglio 2011

"Il caso Redureau": problemi di non demenza e giustizia razionale

Gli scrittori sono spesso attratti dalla psicologia criminale. E' questo il motivo per cui in molti libri "gialli" l'autore si diverte a tratteggiare il proprio personaggio definendone principalmente i tratti psicologici e costruendo la figura dei protagonisti dal punto di vista "interiore". Una maestra indiscussa di questa modalità è stata Agatha Christie, la quale ha addirittura impostato la soluzione dei misteri nei suoi libri sulla base della sola psicologia. Non per niente il suo investigatore più celebre Hercule Poirot utilizza sempre la sue "piccole cellule grigie" sopratutto per analizzare i caratteri dei personaggi, la loro psiche, sull'assunto che è da questa che si comprendono o, per lo meno, si giustificano le loro azioni e comportamenti (ovviamente sulla base del presupposto che siano pienamente capaci di intendere e di volere, siano cioè persone di mente e stato "normali").
Ci sono altri casi in cui gli scrittori non costruiscono i propri personaggi, ma si appropriano dei protagonisti di fatti criminosi realmente accaduti. Poiché alla repressione del crimine è preposto, soprattutto, il diritto penale e di procedura penale le vicende descritte si svolgeranno spesso durante le indagini, in un processo, in carcere o in altri luoghi o momenti legati alla amministrazione della giustizia. 
Sovente quindi la letteratura usa il diritto per analizzare soggetti dalla psiche particolare.
Un esempio molto chiaro di questa tendenza lo si ritrova nel piccolo libricino di André Gide, premio nobel per la letteratura nel 1947, "Il caso Redureau".  
E' bene precisare fin da subito però una cosa: se poco fa si è scritto che lo studio della psicologia dei protagonisti può condurre in un libro giallo alla soluzione positiva o comunque alla comprensione di un caso, in questo libro (che racconta fatti reali) ciò non avviene.

lunedì 4 luglio 2011

Concorso di colpa per l'automobilista tamponato perché procede lentamente

La legge, come ben sappiamo tutti noi giovani, punisce chi guida a velocità sostenuta superiore a quella prevista, violando i limiti del codice della strada. Limiti di velocità che sono stati imposti affinché le andature dei veicoli non costituiscano pericoli per i conducenti stessi e per gli altri viaggiatori. Viceversa a chi non è mai capitato di adirarsi invece contro chi viaggia troppo lentamente, costringendo spesso le auto che gli si avvicinano a frenate folli o creando nervosi ed inutili rallentamenti?  
Non c'è dubbio che anche gli automobilisti che mantengono una velocità ridotta senza motivo intralcino il traffico, provocano disagi e a volte addirittura gravi incidenti. A riguardo la giurisprudenza in materia penale è dell'opinione favorevole al concorso di colpa per il conducente tamponato perché viaggia lentamente. Cosi è stato deciso dalla Corte di Cassazione (IV sezione) che, con una sentenza del primo giugno scorso (n. 22135), ha confermato la condanna ridotta da concorso di colpa nei confronti di un conducente di un autocarro che aveva tamponato e ucciso un motociclista che procedeva lungo l’autostrada troppo lentamente.