domenica 28 novembre 2010

Emancipazione della donna nel diritto


"Certe specie di lavoro non si addicono alle donne, fatte da natura per i lavori domestici, i quali grandemente proteggono l'onestà del sesso debole, e hanno naturale corrispondenza con l'educazione dei figli e il benessere della casa" - Papa Leone XIII
Nella puntata di lunedi 22 novembre di "Vieni via con me", il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano -che per i temi affrontati, ma soprattutto per il modo di esporli, spiegarli e farli vivere al pubblico sta facendo molto discutere- si è parlato anche di donne, di femminilità e di diritti.
La donna è da sempre in questa società un soggetto "debole", un aggettivo che sottolinea la sua posizione culturale e giuridica, proprio per la presenza di norme di costume di scarsa emancipazione e ben poche norme giuridiche che la tutelino in ogni ambito della vita lavorativa, matrimoniale e personale.
Tuttavia dei risultati si sono raggiunti e procedo qui di seguito ad una "lista" di alcuni dei significativi passi e delle conquiste in diritto che man mano ci sono state:

mercoledì 24 novembre 2010

Il Collegato Lavoro entra in vigore come Legge (183/2010)

Il 19 ottobre la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il ddl collegato lavoro, come già anticipato da un'altro articolo del blog ("Arbitrato nelle controversie in materia di lavoro") che riguardava però specificamente la nuova disciplina dell'arbitrato. 
Il 4 novembre il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.262, diventando la Legge 183/10.
Le disposizioni contenute operano però a far data dal 24 novembre 2010, dopo il c.d. periodo di vacatio legis, durante il quale la legge è rimasta in "attesa" di dispiegare i suoi effetti. Si tratta infatti di una lasso di tempo di minimo 15 giorni, o superiore se scritto nell'atto cui si applica (nel nostro caso sono 20 giorni), che decorre dalla data della pubblicazione in G.U.
Questo istituto temporale dovrebbe consentire la conoscibilità delle nuove leggi grazie, appunto, alla Gazzetta Ufficiale, fonte di cognizione ufficiale di tutti gli atti legislativi italiani.
La legge n.183 è un provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009/2013 in materia di lavoro; propongo qui di seguito una brave presentazione del testo.

lunedì 22 novembre 2010

Immunità: la ratio?

Immunità: ogni tanto ci capita di imbatterci in questa parola leggendo sui giornali della condizione di "intoccabilità" accordata a qualche agente diplomatico straniero o a qualche parlamentare italiano. In una differente accezione lo troviamo anche impiegato in ambito medico per indicare un punto di evoluzione avanzato dello stato di difesa del nostro organismo, ma tale settore esula (ovviamente) dai nostri interessi.
Ci chiediamo: dal punto di vista giuridico cosa sono le immunità? Pur consapevole della complessità del tema, cercherò di fornire qualche elemento che possa aiutare a rispondere a questi quesiti. Riusciamo a mettere un po' d'ordine a questa definizione? Per non appesantire troppo l'articolo "spezzerò" il discorso in due parti: la prima dedicata alla ratio storica delle immunità, mentre nella seconda, che rimando ad un successivo post, andremo a "curiosare" intorno a quelli che sono gli effetti che esse in concreto esplicano nell'ordinamento. 
Se guardiamo alla sua più risalente e letterale accezione, immunità è la condizione di "chi è esente da obblighi" (dal latino, infatti, immunitas deriva da immune, in-munus, cioè non soggetto ad alcun obbligo, ufficio, dovere). 
Se cerco sul vocabolario Zingarelli tra le altre definizioni trovo anche quella che la identifica come una:
"speciale condizione di favore relativamente a eventuali procedimenti penali, assicurata a persone che adempiono funzioni e ricoprono uffici di particolare importanza (es. parlamentare, ecclesiastica, diplomatica)."

giovedì 18 novembre 2010

La "giurisprudenza" come fonte del diritto

Per comprendere se annoverare la giurisprudenza tra le fonti del diritto del nostro ordinamento è necessario chiarire che cosa s’intenda per “fonte del diritto”.Tale locuzione è stata definita come
 “l’atto o il fatto cui l’ordinamento giuridico conferisce idoneità a produrre norme giuridiche, e ad innovare l’ordinamento stesso”. 
Dunque è l’ordinamento a qualificare le fonti come tali. Infatti è esso stesso che deve indicare le modalità attraverso cui può essere prodotto il diritto.
Tra tali fonti viene posta una distinzione tra “fonti di produzione” e “fonti sulla produzione”. Le prime introducono direttamente nel sistema giuridico le regole di comportamento, invece, quelle sulla produzione svolgono un “ruolo strumentale”, indicando il soggetto, il procedimento e l’atto attraverso il quale tali regole possono essere poste.
La giurisprudenza è dunque una “fonte di produzione” o “sulla produzione”?

martedì 16 novembre 2010

Humpty Dumpty e Alice: protagonisti del diritto

Humpty Dumpty è un personaggio di una filastrocca inglese, rappresentato come un grosso uovo con sembianze umane seduto sulla cima di un muretto. La sua figura fu utilizzata anche da Lewiss Carroll ( autore, tra l'altro, di "Alice nel paese delle meraviglie") che gli fece incontrare Alice in uno dei capitoli più celebri di un altro suo libro "Attravero lo specchio" (Trough the Looking Glass, 1871)  molto caro, oltre che ai bambini, anche agli studiosi di semantica, linguistica e, persino, di diritto.
In questo incontro Humpty Dumpty si esprime in modo davvero singolare e la sua abitudine a "comandare" a piacimento le parole per dar loro il significato che preferisce crea qualche difficoltà di comunicazione fra i due, come risulta dal seguente dialogo:

sabato 13 novembre 2010

Il tradimento è genetico?

Se avessimo avvertito Renzo delle insidie della giustizia lo avremmo aiutato ad evitare il di lei tradimento? Probabilmente no: la sua fiducia nella provvidenza legislativa era incrollabile. 
Neppure se lo avessimo colpito con una "grida" in testa per fargli alzare lo sguardo "su come girava il mondo" si sarebbe accorto di quanto possa essere pesante la legge per chi la rispetta.
Hanno detto, filosofi nominalisti, che qualcosa esiste solo se qualcuno le dà un nome  e, a maggior ragione, che un testo in sè non può essere nulla senza qualcuno che lo interpreti e lo applichi. Già solo il cognome avrebbe dovuto mettere in guardia il semplice montanaro nei confronti del dottor Azzecca-Garbugli!

mercoledì 10 novembre 2010

Espulsione dei ROM legittima per la Francia?

Abbiamo letto sui giornali (di non molto tempo fa) degli episodi di espulsione di cittadini romeni (cosiddetti ROM) dalla Francia. Dal punto di vista politico è stata una scelta duramente e apertamente criticata  sia dalla Commissione europea, nella figura di Vivienne Reeding, sia dal Vaticano. Vicenda questa che al di là delle reazioni politiche ufficiali, ha suscitato un ampio dibattito attorno a sè nel nostro stesso paese. I quotidiani hanno riportato numerose opinioni e hanno dato grande rilievo alla procedura di infrazione avviata contro la Francia successivamente alle espulsioni (la quale tra l'altro si è conclusa subito con una "assoluzione"). Ciò che non è stato toccato invece, e che qui cercherò di portare alla luce, sono i meccanismi giuridici grazie ai quali la Francia ha potuto legittimamente tenere un simile comportamento.
Il trattato di adesione (cioè l'accordo che permette a nuovi stati di entrare a fare parte della UE) per la Romania e la Bulgaria è stato stipulato nel 2005 ed è entrato in vigore nel 2007.
In un suo protocollo (atto allegato al trattato principale della medesima efficacia) era inserita una c.d. clausola di salvaguardia, cioè una norma che consentiva agli stati già membri di adottare, nei confronti dei cittadini dei due paesi entranti, misure transitorie in deroga rispetto a quelle previste in generale dai trattati (in questo caso i principi che venivano in rilievo per la deroga erano quello di parità di trattamento e di libera circolazione dei cittadini della UE). 

lunedì 8 novembre 2010

Dal New York Times alla Costituzione

"All the news that's fit to print"

"Tutte le notizie che vale la pena stampare": ecco la frase con cui si apre la prima pagina del New York Times. Riportata in ogni numero del quotidiano d'oltreoceano, a sinistra del suo titolo, come fosse un principio ispiratore, una ratio su cui si basa la scelta dei contenuti informativi al suo interno.
In modo più generale rappresenta il motto della cultura giornalistica in senso ampio: esso simboleggia l'indipendenza, la libertà e la possibilità di informare su cosa si vuole e come si vuole...
Il giornale, quale mezzo di informazione per eccellenza, svolge una funzione indispensabile in una società democratica: assicura infatti quella conoscenza della realtà e quella concorrenza di opinioni che sono vitali perché i cittadini esercitino responsabilmente
i loro diritti e assolvano puntualmente ai loro doveri. 
Questo vale per il giornalismo Ma per la politica? Esiste un principio base, una legge universale per il suo funzionamento?

venerdì 5 novembre 2010

Arbitrato nelle controversie in materia di lavoro: un'opportunità o un obbligo?

E' stato approvato lo scorso 19 ottobre 2010 il ddl (disegno di legge) Collegato Lavoro, dopo ben due anni di iter parlamentare, sette passaggi alle Camere e un rinvio da parte del presidente della Repubblica Napolitano. Nato come un ddl «collegato» alla finanziaria 2009 il testo era partito da 9 articoli e 39 commi ed è arrivato all'attuale formato "omnibus" di 50 articoli e più di 140 commi (omnibus perchè contenente un'infinità di norme diverse per contenuto e non tutte ricollegabili alla materia giuslavoristica).
Il Collegato Lavoro, aspettando la promulgazione del Presidente della Repubblica, porta con sè molte novità, qui (nel blog "leggendoci") cerchiamo di concentrarci su un solo dibattutissimo articolo, il numero 31 sulla conciliazione e l'arbitrato, del quale di seguito riporto parte del testo, focalizzando l'attenzione in particolare sulla seconda parte di esso.

lunedì 1 novembre 2010

Normattiva: obiettivi perseguiti?

Come promesso,  riprendo l'argomento del post del martedì 19 ottobre scorso nel quale ho parlato un po' della banca dati "Normattiva" introducendone la storia e le principali caratteristiche ( per chi fosse interessato riporto QUI il link all'articolo ).
Ciò che vorrei oggi mettere in evidenza è come, nel corso della realizzazione di quel progetto,  sia stato compiuto un enorme lavoro di semplificazione, nel senso di discernimento e riduzione del numero delle leggi. 
L'obbiettivo è stato quello di ottenere un numero di dati trattabili a livello informatico. Così sono stati cancellati circa 375000 atti normativi ormai inutili o desueti e il numero delle leggi vigenti è stato portato a circa 10000: risultato appena accettabile se confrontato con la media europea (che si attesta intorno a 5000) ma grandioso invece se guardiamo alla storia passata del nostro paese, nel quale la sovraregolamentazione è sempre stata immancabile.