Come promesso, riprendo l'argomento del post del martedì 19 ottobre scorso nel quale ho parlato un po' della banca dati "Normattiva" introducendone la storia e le principali caratteristiche ( per chi fosse interessato riporto QUI il link all'articolo ).
Ciò che vorrei oggi mettere in evidenza è come, nel corso della realizzazione di quel progetto, sia stato compiuto un enorme lavoro di semplificazione, nel senso di discernimento e riduzione del numero delle leggi.
L'obbiettivo è stato quello di ottenere un numero di dati trattabili a livello informatico. Così sono stati cancellati circa 375000 atti normativi ormai inutili o desueti e il numero delle leggi vigenti è stato portato a circa 10000: risultato appena accettabile se confrontato con la media europea (che si attesta intorno a 5000) ma grandioso invece se guardiamo alla storia passata del nostro paese, nel quale la sovraregolamentazione è sempre stata immancabile.
Accanto a questo primo obbiettivo esplicito se ne è perseguito un secondo, magari non immediatamente apprezzabile, ma fondamentale nel nostro sistema costituzionale: quello della trasparenza della legge, e quindi della sua conoscenza e conoscibilità, quasi sempre limitata per il non semplice approvvigionamento delle fonti, la loro enorme mole, la poca chiarezza e la diffusa contraddittorietà delle stesse norme. Infatti nel nostro ordinamento non è ammessa l'ignoranza della legge e l'esempio primo e più rilevante di norma che esprime tale principio è l'art 5 del Codice Penale il quale recita:
"Nessuno può invocare a propria scusa l'ignoranza della legge penale [dovuta per lo meno a colpa]"
Porto l'esempio dell'ordinamento penale proprio perchè è il luogo in cui maggiormente incide tale principio- sebbene presente anche negli altri settori giuridici -coinvolgendo in modo forte e autoritario la sfera di libertà del singolo cittadino.
Bisogna sottolineare il rilievo della frase "aggiunta" tra le parentesi quadre, che è frutto di una valorizzazione nell'ambito penale del principio di colpevolezza (di cui art 27 comma 1 Costituzione) da parte della Corte Costituzionale con alcune pronunce degli anni '80, non fa venire meno la centralità dell'art 5 ed, in generale, il principio ignorantia legis non excusat.
Nella valutazione del reato l'enunciazione si traduce, essenzialmente, nell'appurare se il soggetto agente, nel momento in cui ha commesso il fatto-comportamento umano (previsto dalla legge come reato), conoscesse o almeno fosse nella possibilità di conoscere, con una non eccezionale diligenza, la legge che vietava di tenere quel comportamento.
La stessa Corte Costituzionale in passato ha sancito la impossibilità di promuovere un rimprovero di "colpevolezza" in casi in cui la legge fosse totalmente oscura ed inconoscibile per il cittadino così, da un lato, tutelando il suo diritto a non venire incolpato per qualcosa che non poteva controllare senza sua colpa, dall'altro però, lasciando possibile insoddisfazione per le vittime esigenti una punizione.
Da tali considerazioni si evince che il perno di tutto il sistema è che uno stato di diritto, per essere di diritto, deve mettere il cittadino nella possibilità di conoscere facilmente ciò che è vietato e ciò che non lo è riducendo lo spazio di quelle zone grigie che rendono il sistema penale (ma più in generale tutto il corpus normativo dello stato) un ambiente incerto e poco preciso, nel quale solo chi è esperto può e sa come muoversi.
Per questi motivi ritengo molto importante il servizio fornito da www.normattiva.it: essa d'ora in poi potrebbe divenire il parametro sulla base del quale valutare la ignoranza "inevitabile", e quindi "scusabile", della legge penale ex art 5 Codice Penale. Non è infatti richiesta una eccessiva diligenza o competenza per collegarsi al web e cliccare su un sito, inoltre è una servizio gratuito e, per adesso, decisamente preciso e facile da utilizzare.
Riporto di nuovo il collegamento all'articolo "Che cos'è www.normattiva.it"
Nei nostri articoli ci siamo già occupati dell'importante profilo della conoscenza della legge.
In particolare riguardo alla necessità di informazione sulla legge penale nel campo della condivisione di file (file sharing) online potete leggere QUI.
Con riguardo, invece, alla necessità di leggi chiare e precise a tutela dei cittadini, e soprattutto della loro libertà, in uno stato di diritto, consiglio la lettura del breve articolo: "Ascoltiamo gli antenati"
Riporto infine il collegamento al sito della banca dati: www.normattiva.it
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