Oggi inauguriamo una "collaborazione" che speriamo possa dare ulteriori e interessanti spunti di riflessione ed aumentare gli angoli di visuale dai quali parlare di diritto! Gli articoli saranno scritti da EP amica e "collega" di studi.
Nel mondo in cui oggi viviamo copiare e ridistribuire qualunque tipo di informazione digitale è diventato estremamente facile. Pertanto, abbiamo assistito ad un’espansione dell’ambito di azione dei diritti di proprietà intellettuale a danno dei tradizionali diritti civili di libertà. assoluti” grazie ai quali si avvantaggerebbero le grandi società che operano nel settore dell’entertainment. Infatti, i diritti che ruotano attorno alla proprietà intellettuale sarebbero stati creati come mezzi finalizzati a incoraggiare la produzione di ulteriore creatività e non con il fine di proteggere interessi personali e privati, come le leggi di oggi fanno ritenere. Proprio per questo motivo questi IP (i.e. Intellectual Property) rights non devono essere considerati come forme tradizionali di diritti di proprietà. Ciò, infatti, porterebbe inevitabilmente ad una limitazione dei diritti in capo al pubblico che fruisce delle opere, aprendo la strada a diritti IP ancora più “
Come Andy Warhol sosteneva "l’arte è per tutti". Dunque la creatività degli autori dovrebbe stimolare la creatività degli utenti e non bloccarla.
Un grande problema che è necessario affrontare e che non molti conoscono è quello delle normative “anti-aggiramento” delle misure tecnologiche di protezione (MTP), ovvero di un tipo di sistema tecnologico mediante il quale i titolari di diritti d’autore possono esercitare tali diritti nell’ambiente digitale. Infatti, i sistemi di Digital Rights Management (DMR), di cui le MTP fanno parte, impediscono anche diversi utilizzi legittimi di strumenti elettronici: numerosi CD musicali sono venduti in modo da non funzionare correttamente o da non poter essere ascoltati in apparecchiature ritenute “inaffidabili” da case discografiche, cinematografiche o di produzione. Oppure in modo da consentire soltanto un limitato numero di copie. So per esperienza che queste misure di protezione funzionano. Mi è infatti capitato di aver acquistato il CD “XY”dei Coldplay , di averlo scaricato sul mio pc via i tunes e di aver cercato in vano di copiare alcune di queste canzoni, acquistate lecitamente, su un CD vergine per creare una mia propria compilation. Il mio uso sarebbe stato personale e dunque lecito (la normativa vigente - l.633/1941 come modificata dal d.lg. 68/2003 - non prevede la copia privata come illegittima). Eppure le MTP me lo hanno impedito.
Questo genere di restrizioni hanno dunque l’effetto di permettere una sorta di controllo anche dell’esperienza e della fruizione personale di quelle opere, effetto che è al di fuori dello scopo perseguito dalla legislazione del copyright.
Le norme anti-aggiramento delle MTP hanno anche l’effetto di rendere illegale il “reverse engineering”, ovvero la possibilità di vedere come funziona il prodotto tecnologico, di migliorarlo e di modificarlo. Infatti sono state emanate norme che lo rendono illegale: negli USA a partire dal 1998 con il Digital Millennium Copyright Act e in Europa, dal 2001 con l’approvazione della Copyright Directive.
Queste regole che impediscono l’aggiramento vanificano ogni sforzo di interoperatività tra sistemi, concedendo ai detentori dei copyright nuovi mezzi che consentono anche di controllare i “device” (le apparecchiature) su cui possono essere fruite le opere.
In teoria, dunque, noi deteniamo il diritto di fare una copia privata di un’opera legittimamente acquistata, in base al principio del “Fair Use”. Tuttavia, dal momento in cui le MTP o in generale i modelli di DRM tolgono al pubblico la possibilità di portare a compimento questi usi legittimi, tali diritti correlati al “Fair Use” sono eliminati.
EP
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Bell'articolo, mi fa piacere che si parli di questi temi, sempre oggetto di dibattiti infuocati tra informatici, musicisti e “creativi” in senso lato.
RispondiEliminaPosso dare qualche suggerimento sul boicottaggio dei sistemi DRM: se non è legale aggirarli, è legalissimo evitarli!
Anzitutto, ormai buona parte dei CD non contiene più sistemi anticopia; da qualche anno le protezioni sono state ritirate dal mercato, per diverse ragioni. Credo che la principale sia la serie di cause legali originata dal fatto che alcuni di questi programmini erano fatti in modo tale da compromettere pesantemente la sicurezza dei PC su cui si caricavano (posso documentarmi sulla questione, se volete). In secondo luogo, i CD non si vendono più come un decennio fa, e dunque sviluppare e mantenere una protezione anticopia di alto livello può essere un investimento piuttosto svantaggioso.
Dunque, il mio primo suggerimento, paradossalmente, è quello di tornare a comprare CD, soprattutto all'estero. I prezzi sono visibilmente calati (si parla di 10-13 euro in Europa e addirittura 5-10£ in UK) e i CD offrono anche una qualità sonora decisamente superiore agli MP3 e agli altri formati compressi, dunque mi sembra giusto esercitare i nostri diritti di consumatori e volere un prodotto di qualità accettabile anziché una copia degradata che viene venduta a pari prezzo.
Se proprio non volete fare a meno degli MP3, ci sono comunque buone notizie anche da quel fronte: iTunes da qualche tempo ha abbandonato tutti i suoi sistemi DRM. Al loro posto ci sono solo delle piccole firme digitali (i cosiddetti “watermark”) alla fine dei file, che permettono di riconoscere i propri acquisti se questi dovessero essere messi in condivisione su un network di file sharing, in modo tale da incriminare la persona giusta. Ma quello è veramente illegale. ;)
Lo stesso discorso si applica nel caso di Amazon, Play.com e tanti altri concorrenti che a volte offrono un prezzo minore, una qualità maggiore e un catalogo più vasto rispetto ad iTunes. A voi la scelta.
Grazie per il commento!
RispondiEliminaCi hai dato spunti di riflessione molto interessanti. Soprattutto un punto di vista non giuridico. ;-)
EP
Interessante il commento!!Ho letto che parli, tra le altre cose, di "file sharing": un altro tema di attualità e decisamente problematico, soprattutto a mio avviso per la discarisa tra il dato sociale (comportamento degli utenti e come lo percepiscono "moralmente"), il dato tecnico (come funzionano i programmi di condivisione) e il dato giuridico (come sono inquadrate tali condotte dalla legge). A chi interessasse approfondire questi problemi o, semplicemente, informarsene del punto di vista giuridico (e quindi sul piano di quali sono i comportamneti vietati e le relative sanzioni), può leggersi un altro articolo del blog.
RispondiEliminaE' uno dei primi temi che abbiamo trattato...lo trovate nella pagina TEMI GIURIDICI sotto il titolo "Scaricare mp3 o video da internet è legale?" In ogni caso riporto qui sotto il link
http://leggendoci.blogspot.com/2010/09/scaricare-mp3-o-video-e-legale.html
l'articolo è non è lungo e credo che sia abbastanza interessante. Buona lettura