martedì 31 maggio 2011

Crowdfunding: l'unione fa la forza e il mezzo è la rete

Il "Crowdfunding" descrive un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizzano il proprio denaro in comune per supportare gli sforzi di singoli ed organizzazioni. È una sorta di finanziamento dal basso. Questa è la definizione del termine inglese, di recente entrato a far parte anche del nostro vocabolario. 
Il crowdfunding è già molto diffuso all'estero per finanziare progetti di qualsiasi genere: fondi in occasione di tragedie umanitarie, supporto all'arte, al giornalismo, fino all'imprenditoria e alla ricerca scientifica.
E non si può negare che la rete sia la piattaforma che permette maggiormente l'incontro e la collaborazione di un gran numero di soggetti, che possono coinvolgersi in un progetto di crowdfunding.
Con internet e i social network questo finanziamento dal basso, di massa, punta sull'enorme potenziale di amici e contatti in rete, sfruttandola come bacino per la raccolta di fondi. Con i clic, veloci e immediati, si cerca l'aiuto altrui per realizzare i propri sogni, progetti e idee, come detto sia di singole persone sia dei organizzazioni
Internet rimane e rimarrà un luogo poco disciplinato e disciplinabile dal diritto, perché limitazioni alle libertà di espressione e di azione nella rete comporterebbero inevitabili ripercussioni su situazioni che nulla hanno di patologico. Progetti positivi come questo appena descritto nascono e possono essere vitali proprio per la grande libertà e la minima burocrazia che caratterizza internet.
Colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding oltreoceano è Barack Obama, pagando parte della sua campagna elettorale per la presidenza Usa con i soldi donati dai suoi elettori. 

Le iniziative di crowdfunding si possono distinguere in iniziative autonome, cioè sviluppate ad hoc per sostenere cause o progetti singoli, e piattaforme di crowdfunding. Queste sono siti web che facilitano l’incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove dei progetti e l’offerta di denaro da parte degli utenti. Le piattaforme sono dette generaliste, quando raccolgono progetti di ogni tipo, e tematiche, per progetti di particolari settori.

Il crowdfunding è molto conosciuto e sviluppato all'estero ma in Italia fa fatica a decollare per mancanza di informazioni, per la diffidenza verso i pagamenti online e la poca trasparenza di chi chiede sostegno alle proprie idee. Uno dei primi siti nel mondo è stato "Youcapital" pensato per giornalisti e blogger che abbiano un'inchiesta da realizzare e cerchino fondi. La piattaforma generalista "Eppela" si rivolge invece a talenti europei, appassionati o professionisti, privati o istituzioni, dando loro una vetrina dove poter presentare le proprie idee e chiedere finanziamenti.
"Kapipal" è un nuovissimo sito italiano di crowdfunding, nato nel 2009, che punta soprattutto su progetti personali. Il suo motto è "i tuoi amici sono il tuo tesoro" e il suo nome è un gioco di parole su capital e pal (amico). A colpi di mouse si può donare, attraverso Paypal, per la causa che si trova più bella, simpatica e accattivante, come aiutare una scuola di un paese sottosviluppato per comprare una lavagna.
L'unica controindicazione può essere il "furto di idee": siamo sicuri infatti che i siti di crowdfunding non siano semplicemente delle fabbriche di idee per speculatori? Il furto dei contenuti è una pratica diffusa in internet e non porta alle conseguenze che fuori dal web sono normali: azioni civili e penali, con richiesta di risarcimento danni. I vari diritti, tra cui il diritto d'autore, sono eterei e meno delineati nel web che nella vita reale; e la facilità con cui si può accedere alle risorse ha generato l'errata convinzione che, in fondo, su internet tutto sia di tutti. In poche parole la via più giuridica che si può percorrere, in caso di furto di contenuti, è una denuncia alla Polizia Postale con una opzionale azione legale successiva, ma ben pochi sono i vantaggi ottenibili.


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