martedì 7 dicembre 2010

La Costituzione: unico atto normativo "apolitico"

Il termine costituzione di un'organizzazione definisce la sua forma, struttura, attività, carattere e regole fondamentali. L'uso attualmente più comune del termine rimanda, senz'altro, alla legge fondamentale di uno Stato, mentre per l'atto di altri enti, pubblici o privati, usa solitamente la denominazione di statuto.
La prima accezione del termine Costituzione si riferisce ad un insieme di norme attraverso le quali una determinata collettività si "costituisce" in Stato, dotandosi di un ordinamento giuridico sovrano ossia indipendente "esternamente" da ordinamenti di altri Stati ed effettivo "internamente" su un popolo e territorio definito.
Queste norme identificano la collettività, ne rappresentano la "carta d'identità" e la tengono insieme in un dato momento storico, indipendentemente che siano scritte su un atto o che non lo siano. Si parla infatti, nel primo caso di Costituzione scritta o formale e, nel secondo, di Costituzione non scritta o materiale.

Quest'ultima può derivare da una scelta voluta da un determinato Stato (es. Regno Unito) di non dotarsi di un documento scritto, in conformità con il carattere dell'ordinamento anglosassone che si basa non su norme scritte bensi su casi giurisprudenziali.
Quando si parla di Costituzione in generale, focalizzandoci soprattutto sulla Carta scritta del nostro ordinamento giuridico, ci si riferisce ad un vero e proprio diritto superiore, che negli Stati contemporanei caratterizzati dalla forma democratica risulta sottratto al principio di maggioranza su cui si fonda la formazione degli altri atti normativi. Il suo procedimento di modifica è infatti notevolmente complicato e, richiedendo una maggioranza molto ampia in sede di approvazione della legge di revisione costituzionale, implica che la decisione venga presa con largo consenso delle parti tutte (di tutti i partiti).
Infatti le norme costituzionali svolgono una funzione irrinunciabile: fissare in termini condivisi ed accettati da tutti i principi fondamentali ed essenziali che disciplinano la società e regolano la convivenza civile.  Principi e regole che consistono nel riconoscimento di diritti individuali e collettivi, indefettibili, intoccabili e non abrogabili; ma anche modalità di distribuzione del potere pubblico fra i vari organi istituzionali dello Stato (Presidente della Repubblica, Parlamento, Governo, Magistratura) e fra enti territoriali diversi (Regioni, Province, Comuni). Norme di coordinamento, quest'ultime, che disciplinano le competenze dei poteri dello Stato, riflettenti si la forma attuale della nostra Repubblica Democratica, ma in certe parti rivisitabili (tramite ovviamente una larga condivisione).
Nelle attuali società democratiche non si può fare a meno di un insieme di precetti condivisi, che siano sottratti alle contrapposizioni tra maggioranze e minoranze variabili e instabili, frutto della "politica" intesa come "competizione per il governo della collettività", parole del Vice Presidente del Senato Vannino Chiti.
A differenze delle altre fonti ha un carattere di stabilità, proprio perchè nasce per garantire l'identità dell'ordinamento statuale, rispondendo ad esigenze che non attengono alla sfera politica contingente.
La nostra Costituzione sta per compiere 63 anni l'1 gennaio 2011. Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, con una larghissima maggioranza, essa è stata promulgata il 27 dicembre successivo ed è entrata in vigore il 1 gennaio 1948.
Nonostante sia passato più di un sessantennio e sia quindi profondamente cambiato il contesto storico rispetto al momento della sua emanazione, essa mantiene la sua validità originaria.
Un unico atto, non tanto lungo, ma sistematico, con articoli chiari e precisi, all'interno dei quali sono da ricercare le ragioni della sua longevità.
La Costituzione è, come sottolineo nel titolo dell'articolo, un atto "apolitico", che riceve quindi la condivisione di maggioranza e minoranza, modificabile (ma attenzione solo in alcune parti) dall'accordo necessario di più orientamenti politici, ma soprattutto è il fondamento e la ratio della politica, sua sorgente ed obiettivo.

Collegamento al sito del Governo italiano per il testo integrale: link.

Collegamento al sito del Quirinale: link 2.


Se vi è piaciuto l'articolo non dimenticate di aderire al feed di Leggendoci per rimanere sempre aggiornati sul nostro blog!

Indietro alla pagina Forse non sapevate che

Nessun commento:

Posta un commento