lunedì 21 novembre 2011

Nuove etichette alimentari dall'Europa

Da martedì scorso 22 Novembre 2011 sono in vigore le nuove norme per il contenuto e la forma delle etichette sugli alimenti e bevande. E' stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea un Regolamento che tratta proprio questi temi. L'atto normativo citato rientra tra quelli che l'Unione Europea può emanare ed è direttamente efficace e vincolante all'interno degli ordinamenti degli Stati membri. Ma perché l'Unione Europea si interessa delle etichette, quali valori possono esserci dietro ad una così piccola struttura?

Quante volte noi consumatori siamo attratti da un prodotto offerto sugli scaffali di un supermercato o di una gastronomia? Molte! E la nostra conoscenza corretta sulle caratteristiche di quel particolare bene è il fondamentale elemento su cui può fondarsi una nostra valutazione positiva dello stesso e in definitiva la nostra decisione di acquistarlo. Perciò l'informazione sui beni è di fondamentale importanza nell'ottica di una tutela dei consumatori. Anche gli alimenti non sfuggono a questo principio e devono essere quindi corredati da una grande attenzione informativa da parte dei produttori. L'UE è legittimata ad intervenire in questo campo dall'articolo 169 del Trattato sul Funzionamento della Unione che le affida, per l'appunto, la tutela dei consumatori. Dalla lettura dei considerando del nuovo Regolamento che, come di consueto, espongono i principi ispiratori del testo normativo, si evince la ratio dell'atto. In particolare spicca l'affermazione per cui:  
"In order to achieve a high level of health protection for consumers and to guarantee their right to information, it should be ensured that consumers are appropriately informed asregards the food they consume. Consumers' choices can be influenced by, inter alia, health, economic, environmental, social and ethical considerations."

Ma c'è di più, il settore specifico degli alimenti è ancora più sensibile rispetto ad altri poiché insieme alla tutela della libertà negoziale dei consumatori viene in preminente rilievo la tutela della salute degli stessi. Principio costituzionale fondamentale (art.32 Cost.), che viene tutelato anch'esso dalle indicazioni poste nelle etichette sui prodotti (ad esempio quelle riguardanti il contenuto calorico o la provenienza). 

Ma c'è un terzo ambito di principi che vengono tutelati attraverso la previsione normativa di contenuti minimi e obbligatori per le etichette sugli alimenti: quello della libera concorrenza tra imprese produttrici. Se, infatti, le imprese potessero mentire fornendo informazioni non veritiere o potessero evitare di rendere note determinate caratteristiche del loro prodotto si consumerebbe una lesione della concorrenza. La formazione di un mercato unico è il valore fondante di tutta la storia del processo evolutivo europeo degli ultimi 60 anni ed è tutelato oramai come un principio "generalissimo" del nostro ordinamento, sul presupposto che in esso i "cittadini" vivano serenamente e nel benessere. Perciò la libera concorrenza tra le imprese nel mercato comunitario viene tutelata quale uno dei cardini dei Trattati europei, essendo presupposto del libero mercato. In questi ambiti l'Unione Europea ha portato notevolissime innovazioni alle norme degli ordinamenti interni e la Corte di Giustizia ha emesso sentenze che hanno fatto la storia del diritto negli ultimi decenni. Anche nel settore degli alimenti questi valori sono invocati per giustificare l'intervento regolamentare, così come si legge nell'incipit dello stesso:
"The free movement of safe and wholesome food is an essential aspect of the internal market and contributes significantly to the health and well-being of citizens, and to their social and economic interests."
In conclusione almeno tre sono i principi, importantissimi, stanno dietro all'interesse dell'Unione Europea alle etichette dei cibi e bevande, pur essendo queste comunemente lette senza che si abbia (credo) a conoscere tali questioni.

Ma quali sono, in poche parole, le novità significative della Regolamento che va a sostituire il precedente del 1979?
Tra gli aspetti sicuramente positivi vi sarà obbligatorio indicare le informazioni nutrizionali e l’impatto sulla salute di ogni alimento, evidenziando la presenza di allergeni e la data di scadenza (anche su prodotti singoli). Ci sarà l'obbligo di una dimensione minima delle etichette (saranno più leggibili) e sono vietate le indicazioni forvianti.
Si estende l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta di tutte le carni fresche al pari di quanto è già stato fatto, in situazione emergenziale, con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza.  
La Coldiretti (associazione di categoria degli imprenditori agricoli) sottolinea anche aspetti negativi del provvedimento ad esempio la mancanza di omogeneità fra i prodotti, infatti "si prevede un percorso a tappe per l’estensione dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta per altre categorie, come le carni trasformate in salumi o altro (2 anni), nonché il latte e derivati (3 anni)"; negativo a parere della Coldiretti anche la mancanza di "scelte più immediate soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta delle materie prime impiegate negli alimenti che per alcune categorie di prodotti è stato dilazionato nel tempo”.

Abbiamo più volte affrontato i rapporti fra l'ordinamento italiano e le norme della Unione Europea, tra i tanti vi proponiamo di leggere un articolo che  parla di un rapporto fondamentale: quello tra la nostra Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia della UE artefici di un dialogo complesso e continuativo che dà la reale fotografia delle reciproche influenze in atto tra "noi" e "l'Europa": link lo trovate QUI.


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