martedì 25 ottobre 2011

Chi sono i "giovani" nel diritto?


Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.
Bob Dylan

"Giovani" di qui, "giovani" di là, "giovani" in piazza, "giovani" dicono, e così via... Si usa ultimamente troppo spesso questo termine "giovani", sostantivo comune e vago, con un'accezione sottilmente negativa, al fine di individuare una massa che, in quanto tale, si vuole identificare come omogenea, ma che così non è.

Giovani sono i black block, giovani sono i figli di industriali di Confindustria, giovani sono i manifestanti della Primavera araba, giovani sono i nuovi artisti che sfidano la tecnica e la gravità, giovani sono gli scrittori emergenti, giovani sono le nuove menti e così via. 
I "giovani" non sono tutti uguali, bensì si diversificano per interessi, ambizioni, studi, specializzazioni, opinioni. Non si tratta di una categoria uniforme, di una mera generazione, di una classificazione anagrafica di soggetti, ma di un insieme di menti e pensieri, di corpi dinamici, di centri di propulsione per nuovi futuri. 
 Giovani studenti e giovani lavoratori, ragazzi e ragazze, neo laureati e neo assunti, in attesa di risposte e alla ricerca di esse, cosa accomuna tutti questi soggetti? Direi una spinta verso la non omologazione. Proprio così, essi - i giovani - ricercano sempre i terreni non battuti, i sentieri non segnati sulle carte, le strade non ancora dedicate. In nome della novità, sinonimo di evoluzione, trovano nuove soluzioni ai problemi più o meno tradizionali del vivere.
In questo medesimo modo ragionano anche i giudici di merito del nostro ordinamento, sono loro i"giovani" interpreti del diritto. Il riferimento è ai magistrati giudicanti dei tribunali monocratici e collegiali di primo grado e delle corti d'Appello, ma in particolar modo sono i primi ad essere i "meno anziani". Nello scrivere le sentenze e i rispettivi dispositivi, nel formularne le motivazioni riversano indubbiamente il loro essere, la loro giovanile età e il loro spirito innovativo. Si tratta infatti del luogo in cui il diritto positivo maggiormente risente degli stimoli della società, che per la sua dinamicità richiede continui ritocchi e aggiustamenti di norme spesso ormai datate. 
Si richiedono rimodernamenti delle disposizioni, interpretazioni evolutive dei loro significanti che proprio i giudici di merito sono i più consoni soggetti idonei e propensi a fornirle. E' tra le menti di questi giudici che si formano le nuove correnti giurisprudenziali, che il tempo successivamente potrà consolidare o meno ed è - nuovamente lo ripetiamo - tra i giovani e dai giovani che la vita si adatta alla realtà, non per forza si migliora o peggiora, ma si evolve in modo proporzionale agli stimoli che dall'ambiente sociale ci arrivano.

Sul tema della interpretazione delle norme da parte dei giudici potete leggere anche: Come il diritto cambio nella visione di ciascuno?

Collegamento ad un articolo sugli scambi dinamici tra diritto e realtà: Evoluzione della società e del diritto: il reato di bestemmia?

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