martedì 6 settembre 2011

La tortura è punita?


E' da alcuni giorni sui giornali la notizia di un uomo italiano arrestato per aver torturato la compagna assillato dai sospetti sulla sua fedeltà. L'uomo ha segregato in casa la vittima, legandola con catene al letto, per ben tre settimane durante le quali ha proceduto ad una serie di sevizie. Secondo l'articolo apparso su “Il Corriere della Sera” (link sotto) : “la donna presentava vistose tumefazioni al volto e alle gambe. È stata lei stessa a spiegare ai poliziotti che Z.S., ossessionato dalla gelosia, l'aveva legata al letto con catene e lucchetti, sottoponendola a percosse, bruciandola con sigarette, infierendo con un'arma da taglio e somministrandole degli psicofarmaci”.
Al di là della crudeltà che traspare da questa breve descrizione, le azioni che la donna ha dovuto subire non possono essere altrimenti definite che con il termine di “tortura” definito, infatti, sul dizionario "Sabatino Colletti" come "qualsiasi atto crudele e violento commesso sul fisico o psiche di una persona per brutalità, sadismo, vendetta".
L'uomo è stato accusato di sequestro, lesioni personali (che sicuramente saranno aggravate dal compimento con "sevizie e crudeltà") e sequestro di persona. Non per tortura. Come mai??


Nonostante la grande attenzione internazionale attorno ai diritti fondamentali dell'uomo (e quindi le numerose Carte dei Diritti che li proteggono prime fra tutte la "Convenzione ONU contro la Tortura e altre Pene o Trattamenti Crudeli, Inumani e Degradanti" del 1984 e quella "Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti" firmata in seno al Consiglio D'Europa nel 1987 entrambe ratificate dall'Italia) e nonostante la progressiva evoluzione di ordinamenti giuridici stranieri nel senso di inserire nei loro Codici Penali un reato di tortura e una sua definizione (come avvenuto ad esempio in India), nell'ordinamento italiano tutte le proposte di legge in tal senso si sono arenate e non esiste tuttora un reato di tortura autonomo. In Italia, per sopperire a questa mancanza gli atti di tortura, (come quelli del caso in esame) vengono fatti rientrare nell'alveo di altri reati, in primis lesioni personali, con l'aggiunta delle aggravanti summenzionate.
Il problema è grande. L'assenza del reato crea un vuoto legislativo imperdonabile perché non sempre si riesce a sopperire adeguatamente all'assenza della fattispecie specifica sia in termini di adeguata quantità della pena in rapporto alla gravità dei fatti sia (ed è molto più grave) in termini di repressione del crimine: ci sono casi in cui non si possono perseguire i colpevoli. Molto eclatante fu il caso della caserma di Bolzaneto al G8 di Genova: i pm poterono contestare agli indagati solo reati di abuso di ufficio mentre era chiaro, come spiegano gli inquirenti nella loro requisitoria processuale che "i giovani manifestanti fermati nella caserma di Bolznaneto subirono ogni sorta di vessazioni: costretti a stare in piedi per ore, picchiati, presi in giro, privati di cibo e acqua. Furono trattati in modo inumano e degradante ma non esistendo una norma penale, l'accusa è stata costretta a contestare agli imputati solo l'abuso d'ufficio".
La grande attenzione mediatica suscitata da questo caso e la volontà di porre fine ad una grande contraddizione dell'ordinamento italiano che, da un lato, è in prima fila nel mondo per la protezione dei diritti umani fondamentali e, dall'altro, conserva un vuoto legislativo di tale portata, avevano indotto il legislatore a presentare un d.d.l. nel 2006. Poi con la crisi politica tutto cadde nel dimenticatoio e non venne più tirato fuori. Ciò comporta, come sottolinea Mauro Palma - presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura - che "l'Italia si collochi agli ultimi posti in Europa" sul tema della repressione della tortura nonostante il grande impegno che si è assunta solo sulla carta.  

Per un articolo che parla di diritti umani fondamentali quale quello a non essere "stigmatizzati" in base alla razza in rapporto alle affermazioni pubbliche di chi fa politica potete leggere: "Italia criticata dal Commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa"
Link all'articolo de "il Corriere della Sera" citato QUI


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