lunedì 26 settembre 2011

Imminente intervento dell'AgCom a tutela della proprietà intellettuale: quali le linee guida?

Corrado Calabrò, presidente dalla Autorità garante delle comunicazioni, è intervenuto recentemente, con un articolo sul quotidiano online Corriere delle Comunicazioni, per delineare quelle che potranno essere le future linee guida sul contrasto tra diritto di autore e libertà di diffusione dei contenuti sul web.
La domanda di fondo iniziale che viene posta è se "la fruizione diffusa e senza impacci dell’opera dell’ingegno (in internet) - che vogliamo tutti - possa strangolare il diritto al compenso per il creatore dell’opera? E se non si avvizzisca così alla radice la creatività, ch’è la maggiore risorsa di ogni società?"
 Da questa premessa Calabrò prende le mosse per illustrare quali saranno le linee di intervento che l'AgCom seguirà a breve per dare una risposta alla domanda (o, per lo meno, provare a darla). 
C'è grande consapevolezza infatti sulla complessità del problema di contemperare la libertà di manifestazione del pensiero in rete da un lato, e i diritti spettanti ai creatori di opere di ingegno coperte dal diritto d'autore dall'altro. Il problema è, come sottolinea il presidente della Autorità, di dimensioni mondiali e di difficile soluzione visto che in nessun Paese si è giunti ad una regolamentazione pratica soddisfacente. 
Proprio per questa "globalità" che caratterizza tutto ciò che inerisce a Internet e per la difficoltà dei singoli ad approcciarsi a questioni che esorbitano dalla loro giurisdizione nazionale, la soluzione dovrà essere cercata innanzitutto a livello internazionale, attraverso accordi. Questo è ciò che auspica Calabrò ancora prima di delineare gli interventi in programma a livello italiano.
Aspettando un incontro proficuo a livello mondiale è ovvio che determinati problemi non possano essere semplicemente accantonati nella attesa dello stesso e che, quindi, debbano farsene carico i singoli Stati. In Europa, per non rinunciare del tutto ad un intervento sovranazionale, sono state emanate delle direttive in un ottica di obbligo e uniformazione della normazione in capo agli Stati membri della UE.
Le leggi di recepimento delle direttive, in Italia hanno scelto come soggetto protagonista in questa prima opera di regolamentazione l'AgCom la quale si è messa subito al lavoro per giungere ad un progetto di intervento a tutela dei diritti di proprietà intellettuale. La scelta di responsabilizzare l'AgCom non è campata per aria, ma cerca di far fronte ad un problema concreto evidenziato anche nell'articolo del suo presidente, e cioè a dire che "la dematerializzazione degli scambi sociali ed economici procede ad una velocità di gran lunga superiore a quella con cui il diritto si adegua alla nuova realtà". La regolamentazione della Autorità ha il pregio di essere decisamente più celere rispetto a quella di altri organi legislativi. Inoltre essa garantisce l'elevato tasso tecnico della normativa.
Quindi, come conclude Calabrò, "l’Autorità non ha la benché minima propensione a diventare lo sceriffo di internet, come qualcuno paventa; né ciò sarebbe semplicemente possibile."

Conclusa questa lunga premessa possiamo accennare a quali sono le linee di intervento nel settore che la AgCom metterà in atto. Sono sostanzialmente due, una propositiva ed una repressiva con eccezioni.
La prima è lo "sviluppo della offerta legale" partendo dal presupposto per cui "un intervento per la tutela di diritti di proprietà intellettuale non può avere un contenuto esclusivamente repressivo, ma deve contenere anche elementi propositivi con iniziative per ampliare le aree di utilizzo “legale” (delle opere coperte da diritti), far maturare una cultura del rispetto del diritto d’autore, stimolare nuove forme di licenze collettive e creative commons."
La seconda linea tracciata da Calabrò si incentra attorno alla introduzione di una procedura per far concretamente valere i propri diritti d'autore violati. In breve, questo procedimento avrà due fasi: "una relativa al cosiddetto notice and take down che si svolge dinanzi al gestore del sito", ossia una notificazione, da parte dell'avente diritto, al gestore del sito che ha caricato il contenuto asserito illegale, contenente la richiesta che egli stesso provveda a rimuoverlo a meno che non ritenga di fare opposizione per uso lecito del contenuto; "un'altra che si svolge dinanzi all’Autorità" nel caso in cui la richiesta di rimozione sia stata respinta senza valido motivo. L'AgCom emetterà, nel caso in cui il sito sia italiano, un ordine di rimozione del contenuto dopo ampia istruttoria e, nel caso di sito estero, ad una segnalazione alla autorità giudiziaria. La procedura davanti a quest'ultima, se attivata, avrà in ogni caso la precedenza. 
Infine sono state previste le classiche eccezioni in materia di diritto d'autore, legate al concetto ibrido del fair use: "per a) all’uso didattico e scientifico; b) al diritto di cronaca, commento, critica e discussione nei limiti dello scopo informativo e dell’attualità; c) in assenza di finalità commerciale e di scopo di lucro; d) qualora l’occasionalità della diffusione, la quantità e qualità del contenuto diffuso rispetto all’opera integrale, non ne pregiudichino il normale sfruttamento economico. Viene così distinto l’uso amatoriale dallo sfruttamento dell’opera".

Questo schema, che ho cercato di delineare, riprendendo i concetti e le informazioni fornite da Calabrò nel suo articolo, è stato presentato alla Commissione Europea e al Wipo (World Intellectual Property Organization) affinché vengano date le eventuali indicazioni sul lavoro italiano ed è, anche, in attesa di una approvazione interna definitiva. Ci vorranno tre mesi per chiudere i giochi. La "proposta", come è chiamata, è quindi ancora suscettibile di modificazioni che, anzi, lo stesso Calabrò auspica ci siano e provengano dagli stessi utenti del web attraverso un dialogo proficuo tra questi ultimi e l'Autorità (che per questo fine ha attivato un profilo su Twitter e una pagina di Fb!)

"Che il principio della rete libera si risolva in un Far Web, non è un esito degno di un Paese che creda nel diritto anziché nella sopraffazione del più svelto e del più spregiudicato. Tanto meno si può abbandonare il campo allo strapotere degli over the top, che raccolgono i frutti mentre gli autori seminano al vento e gli operatori di tlc investono senza adeguati ritorni. Occorre ricercare un equilibrio sostenibile a livello di sistema."

Per concludere mi è piaciuto riportare le considerazioni che il presidente dell'AgCom scrive, non mancando peraltro l'occasione di richiamare, subito dopo, il parlamento al suo dovere: quello di attivarsi per riformulare e attualizzare la legge sul diritto d'autore "per adeguarlo alla evoluzione tecnologica in atto".

Per un articolo che spiega cosa sia la proprietà intellettuale, il diritto d'autore e il concetto di fair use potete leggere anche "Misure tecnologiche di protezione: soffocano i nostri diritti?"

Per l'articolo completo di Corrado Calabrò, con ulteriori considerazioni sul tema dell'articolo, potete andare QUI
 
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