L'Italia è uno stato
democratico, membro dell'Unione Europea, dell'ONU e di molte altre
organizzazioni internazionali a difesa dei diritti umani, firmataria di appelli
contro la pena di morte, in prima linea per ogni manifestazione pro libertà e
democrazia, ma siamo sicuri che sia, anche al suo interno, realmente un
paese civile? Se dovessimo rispondere a
questa domanda guardando nelle carceri sparse sul nostro territorio
ci renderemmo tristemente conto di una cruda realtà e la risposta da dare
sarebbe negativa.
mercoledì 14 settembre 2011
Violazioni dei diritti umani nelle carceri?
La Corte di giustizia europea ha sancito il diritto delle persone che sono state in carcere ad essere indennizzate per l'ingiusto trattamento subito e proprio nel luglio 2009 aveva già sancito il diritto dei detenuti a vivere in spazi adeguati liquidando un cospicuo risarcimento a un uomo vissuto in una cella di 3 metri quadrati. Mentre prima solo il giudice di Strasburgo era il destinatario privilegiato dei ricorsi da parte dei detenuti, l'ordinanza del giudice leccese diventa oggi un importante spartiacque, indicando il magistrato di sorveglianza (primo giudice deputato ad applicare le norme che regolano l'ordinamento penitenziario) come naturale referente per chi ritiene lesi i diritti minimi durante il periodo in cui è venuto a trovarsi dietro le sbarre. Si tratta della prima sentenza del genere in Italia, realmente rivoluzionaria, che segna un punto di partenza considerevole e un "precedente" da non sottovalutare.
Per un articolo che racconta di una personale esperienza in visista al carcere di Praga Pankrac potete leggere: "Praha-Pankrac: viaggio dentro una prigione moderna"
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