venerdì 22 luglio 2011

La "questione criminale" dei nostri giorni


"La legalità è la premessa del dibattito politico, o almeno dovrebbe esserlo. La premessa e non solo il risultato e l'onestà non ha colore, spesso così come non ne ha l'illegalità." Roberto Saviano
Il 19 luglio scorso ricorreva l'anniversario della morte di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta massacrati in via D'Amelio lo stesso giorno del 1992, 19 anni fa. In occasione della commemorazione nel Palazzo di giustizia di Palermo il Presidente della Camera Gianfranco Fini si è espresso, con forti e autorevoli, toni contro qualsiasi tipo di collusione con la mafia e il malaffare che viene ad esistere soprattutto all'interno dei partiti politici. Quest'ultimi, egli ha detto, "devono evitare di candidare persone sospette di vicinanza con la mafia" e a maggior ragione di "elevarli a posti di responsabilità".  Non bisogna, quindi, trincerarsi dietro lo schema della sentenza, affermando il principio di non colpevolezza dell'indagato o presunto colpevole, finché condanna definitiva non ci sia; continua poi sostenendo che "non è necessario aspettare sentenze definitive per prendere le decisioni che servono. Basta applicare principi di responsabilità politica ed etica pubblica". Politici o amministratori coinvolti in inchieste di mafia, dovrebbero solo per il sospetto di collusione o vicinanza al mondo mafioso essere considerati inaffidabili per la gestione della cosa pubblica. Affermazioni queste che hanno scatenato obiezioni dalla parte politica opposta, ma che fortunatamente non hanno rovinato la cerimonia che aveva ben altri fini rispetto a quello dello scontro politico. 
Se questo accade a livello nazionale, in ben altri luoghi e circostanze è avvenuto un altro gesto di stima e ricordo per il magistrato Paolo Borsellino e il suo collega Giovanni Falcone. 
Il Senato Accademico dell'Università degli Studi di Milano, quale suo organo collegiale decisionale, ha approvato la proposta d'intitolazione dell'aula 208 del settore didattico della sede centrale ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Studenti e docenti hanno all'unanimità accolto questa iniziativa in virtù del perseguimento di ideali di giustizia, che ogni giorno hanno bisogno di essere proclamati e resi pubblici. Un gesto simbolico dell'ateneo milanese, che si aggiunge alle già numerosissime intitolazioni di strade e piazze in tutta Italia ai due amici e colleghi magistrati, ma che vuole rendere omaggio anche all'interno di luoghi di studio a questi personaggi, credendo nel ruolo fondamentale che gioca l'istruzione nella formazione di una coscienza civica condivisa
L'iniziativa dell'UNIMI ambisce ad essere anche un messaggio di condanna e sensibilizzazione per l'intera cittadinanza a fronte di recenti e molteplici indagini che rivelano una sempre maggiore ramificazione della criminalità organizzata nel Nord Italia e in particolare nella provincia di Milano. 
Situazioni, queste ultime, che non mancano di vedersi nelle sedi più centrali di governo e che di continuano minano la credibilità delle nostre istituzioni, che in quanto tali non devono essere intese di nessun colore politico, bensì "statali" nel senso più ampio del termine, ossia rappresentative di noi cittadini tutti. Noi che dobbiamo volere e chiedere per una trasparenza reale dei luoghi del potere, poiché è in essi che vengono curati i nostri interessi e il nostro futuro. 

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