martedì 28 febbraio 2012

I media come catalizzatori di idee rivoluzionarie e strumenti di libertà

"Ci insegnano a ricordare le idee e non l'uomo, perché l'uomo può fallire. L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato... ma un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle… Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo" - 
Prologo del film V per Vendetta


"Buona sera, Londra. Prima di tutto vi chiedo di scusarmi per questa interruzione. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare (...) ho pensato che avremmo potuto (...)  sederci e fare due chiacchiere.
Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che (...) presto arriveranno gli uomini armati. Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. 
Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma (...) a dire la verità, se cercate un colpevole...non c'è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il Caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere, Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi (...) se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato."


Queste parole sono tratte da un monologo televisivo del bellissimo film "V per Vendetta", girato nel 2005 per la regia di James McTeigue. Il film è ambientato in una Londra del 2015 mantenuta sotto dittatura da un partito salito al potere con l'inganno e che legittima la propria dominazione con la paura e con la forza armata. V, il protagonista, è un "mutante" sopravvissuto ad un disumano progetto di ricerca biologica sugli esseri umani, finanziato qualche anno prima dallo stesso Partito Conservatore che diverrà poi, grazie ad una applicazione distruttiva dei risultati di tali ricerche, protagonista unico della scena politica nelle vesti di Adam Sutler, l'alto cancelliere (limpido è il parallelismo con Hitler e i metodi della Germania nazista). Il film si apre con una scena suggestiva in cui V distrugge l'Old Bailey, il vecchio tribunale penale di Londra, per dare un segnale di risveglio alla popolazione. La data che sceglie è significativa: il 5 Novembre fu, in passato, il giorno della "congiura delle polveri" in cui i Guy Fawkes insieme ad un gruppo di cospiratori cattolici tentarono di assassinare con una esplosione il re, protestante ed intollerante verso i cattolici, Giacomo I di Inghilterra, gli aristocratici e i membri del Parlamento inglese riuniti alla Camera dei Lord nel 1605. Ho scritto "tentarono" perchè la congiura fu sventata e gli ideatori torturati, impiccati, decapitati e squartati.
Tornando al film, il giorno successivo V riesce, infiltrandosi, a prendere possesso delle reti televisive a canale unificato (utilizzate dal regime per diffondere solo informazione distorta e censurata) con lo scopo di propagare il suo messaggio a tutti i cittadini: egli chiede al popolo di unirsi a lui, il 5 Novembre dell'anno successivo, per rovesciare la dittatura e riprendersi la democrazia.
Non vogliamo qui riassumere la successiva trama del film del quale possiamo solo vivamente consigliare la visione. Piuttosto faremmo qualche piccola riflessione sul rapporto che intercorre fra informazione e democrazia.
V, a rischio di essere catturato, sa che il mezzo migliore di comunicare, affinchè il suo messaggio giunga non solo al maggior numero di persone possibile ma anche con la maggior forza possibile, è la televisione. E' grazie al controllo della televisione infatti che, nel film, il Partito Conservatore consolida la propria egemonia, sia in fase di presa del potere sia in fase di mantenimento dello stesso. In particolare, risulta interessante nel film la situazione che si crea a seguito della irruzione di V nella sede di trasmissione dei canali: una sorta di "rovesciamento del controllo" in cui il mezzo usato per diffondere ideali del partito e controllare, indirettamente, le menti delle persone diviene il mezzo con cui si propone la libertà e la democrazia. Appare chiaro e forte il concetto - valido anche nella realtà attuale in tutti quei molti paesi in cui è presente e attiva una dittatura - che chi controlla l'informazione mediatica controlla il potere (ma questo, possiamo dire, già si sapeva). C'è un'altra lettura, a contrario, che possiamo dare: se nessuno controlla l'informazione nessuno controlla il potere. Forse questa è una affermazione non sempre vera perchè il potere si radica in diverse forme. La lettura più efficace potrebbe essere: se almeno un canale di informazione rimane libero allora non si spegnerà mai la speranza di democrazia (o, allo stesso modo, il potere politico non potrà prendere completamente il sopravvento sul consenso democratico). 
Il discorso di V potrebbe essere quello che molte persone vorrebbero pronunciare nel mondo, in quegli Stati dittatoriali dove potersi esprimere liberamente è una utopia e dove si viene arrestati e condannati ad anni di reclusione per avere le proprie idee e per averle espresse (a volte solo per volerle esprimere).
Stati quali la Cina, la Birmania, il Vietnam, Pakistan, Cuba, Egitto, Tunisia, Siria, Arabia Saudita, Etiopia e, purtroppo, molti altri nel mondo non garantiscono il fondamentale diritto alla libertà di manifestazione del pensiero (scritto in tutte le moderne Costituzioni e Carte internazionali dei diritti dell'uomo) ed attuano censure a tutti i livelli sui canali di informazione, per scopi svariati e non univoci (ad esempio controllo sulla blasfemia o sugli oppositori politici). Oggi però qualcosa sta cambiando, c'è un mezzo che gli Stati non riescono a controllare e dove tutti possono trovare spazio per opporsi. Evidenti ed esemplificativi a proposito sono i fatti avvenuti lo scorso anno in Africa del nord dove milioni di persone sono scese in piazza per protestare contro le dittature in quella serie di rivolte e guerre civili che hanno preso il nome di "Primavera Araba"
In tutti gli Stati dove è avvenuta la protesta, essa è stata veicolata sopratuttto dal web. Internet è stato un mezzo di comunicazione fondamentale per gli attivisti: da un punto di vista, per così dire, "interno" ha reso possibile una informazione in tempo reale di ciò che stava accadendo nelle varie parti del Paese mentre da un punto di vista "esterno" ha contribuito ad alimentare il sostegno internazionale alle rivolte. Le nuove tecnologie (quali telefoni cellulari con fotocamere e videocamera) e internet hanno, infatti, fatto "uscire" da quei regimi immagini brutali, folle enormi che chiedevano democrazia, repressioni militari che hanno sdegnato e reso interessate le nazioni di tutto il mondo. 
Ma c'è di più: non solo gli Stati o le organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti, ma anche i cittadini di tutto il mondo si sono attivati online per supportare le azioni e le ragioni dei ribelli e per diffondere l'informazione in rete su ciò che stesse avvenendo. E' questo il fenomeno chiamato "citizen journalism" tendente alla trasparenza informativa globale e ben delineato dalle parole di T.Eliot  
"La pubblicazione delle notizie rappresenta una grande sicurezza per la democrazia l'arma più efficace contro gli illeciti politici, sociali industriali e commerciali, e sul lungo termine il mezzo più affidabile per conseguire il processo sociale e politico".  
Questo è un concetto, è bene sottolinearlo, che vale sempre, anche per l'informazione nei paesi sedicenti civili e rispettosi della democrazia.
Internet e le nuove tecnologie sono stati un mezzo fondamentale per gli esiti positivi (nel senso di raggiungimento degli obiettivi) delle rivolte nord-africane. Probabilmente è esagerato parlare, come è stato fatto, di "rivoluzione dei social network" perchè non bisogna mai dimenticarsi che le tecnologie sono solo un mezzo e che sono le persone con la loro passione e ideali a riempirle di forza e contenuti. Quello che è certo è che Internet e le nuove tecnologie sono un nuovo e potente canale di comunicazione che, nonostante reiterati tentativi di censura o di sovraregolamentazione da parte degli Stati (tutti, anche quelli occidentali e democratici), non riesce ad essere ancora controllato.
Internet è oggi il "luogo", diverso dalla televiosione, dove il discorso di V può essere pronunciato dagli attivisti di tutto il mondo (sempre rischiando la prigione in molti casi) ed è quindi il più grande motore di trasparenza e democrazia oggi a dispisizione dell'uomo.

Collegamento ad un recente articolo sul decreto ""Semplifica Italia", provvedimento legislativo che dimostra come le istanze democratiche dei cittadini possano essere recepiti dal legislatore in maniera proficua: Il decreto "Semplifica Italia" come promotore effettivo di democrazia


Collegamento con l'articolo L'ideale di libertà della Rivoluzione francese e la legge per farlo diventare eterno, in cui si parla dello studioso francese Henri Lacordaire, il quale riteneva che, a certe condizioni e sempre escludendo la violenza fisica, dall'insurrezione popolare potesse scaturire un miglioramento della condizione umana.

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