Nei
film
americani che raccontano storie di processi, penali soprattutto, la
scena più toccante ed emozionante è spesso quella dell'accalorata e
concitata arringa finale
condotta dagli avvocati che invocano, parlando direttamente ai
giurati, un verdetto di innocenza nei confronti dell'imputato, loro
cliente. Tali episodi che da anni entrano nelle nostre case grazie
alla produzione cinematografica hollywoodiana ed ai quali siamo
familiarmente abituati potrebbero far pensare che quello sia il modo
tipico di procedere in qualunque aula di tribunale, in realtà
chiunque si presentasse in una delle nostre aule di giustizia
scoprirebbe di non potere assistere a nulla di simile.
La
giuria,
intesa come gruppo di persone (di solito dodici) che siedono in aula
ed assistono a tutte le varie fasi del processo al fine di assolvere,
al termine di questo, un compito decisorio in merito alla sussistenza
o meno del fatto contestato, da noi
non esiste. Essa nacque negli ordinamenti di common
law (UK e, poi, US) ma non se ne
ritrova traccia (almeno nel principio) in quelli di derivazione
romanistica, cosiddetti ordinamenti di civil
law.
Nei paesi di common law la giuria ha il compito di decidere sul fatto di reato (ossia se l'accusato è colpevole o innocente) nei processi penali nonché sulla fondatezza della domanda in quelli civili. Essa assolve questo compito tramite una pronuncia che si chiama verdetto.
In
seguito alla emissione del verdetto il giudice, che è e
rimane sempre figura fondamentale, deve emettere la sentenza
con la quale, decide sul diritto da applicare: la pena nel
caso concreto/la assoluzione (nel caso di verdetto di
colpevolezza/innocenza) o le conseguenza giuridiche di un verdetto di
fondatezza di una domanda civile.
Il
ruolo del giudice è in realtà molto più complesso, così come lo
sono i rapporti tra quest'ultimo e i giurati. Ad esempio il giudice
prima che essi, al termine del processo, si ritirino per discutere ed
emettere il verdetto deve fornire loro un c.d. summing up
(riassunto) del caso e può, senza spingersi ad esprimere opinioni
sul fatto, dare le c.d. instructions ai giurati (ad esempio
mettendo in evidenza quali siano le prove ammissibili o quali invece
quelle di cui i giurati non dovrebbero tenere conto nel decidere). Le
instructions sono importanti poiché servono per sopperire alla
mancanza di competenze giuridiche in capo ai giurati anche se,
essendo il verdetto non motivato, non si può contestare il caso in
cui esse siano state disattese (perché non si può conoscere cosa si
siano detti i giurati in camera di consiglio).
Tutti
questi accorgimenti e numerosi altri sono fondamentali per il
funzionamento del processo ed evidenziano una forte esigenza di
correttezza procedurale poiché solo il giudice è un
"professionista" del diritto (e difatti conduce
normalmente il processo e decide le questioni di rito) mentre i
componenti della giuria sono "laici", ossia soggetti
non giuristi ma provenienti dal popolo e quindi sforniti di
conoscenze giuridiche. Essi sono persone iscritte in apposite liste e
scelti come assegnatari dell'incarico di giurati nel caso concreto.
Certo
può sembrare strano, quasi avventato, che una decisione molto
importante, ad esempio quella sul se l'imputato abbia commesso un
omicidio (e, conseguentemente, se il giudice debba condannarlo alla
grave pena corrispondente) sia affidata a persone comuni, che non
conoscono il diritto e non sono degli operatori del settore, i quali
potrebbero, tra l'altro, vedere rispecchiati e introdurre nel
giudizio problemi personali, conflitti etici o morali, pregiudizi
razziali o misogini, opinioni politiche e molto altro. Evidentemente
i legislatori sono consci di queste problematiche ed infatti
introducono vari istituti mirati a diminuire i rischi di una
valutazione errata proceduralmente o influenzata da elementi
esterni al processo. Alcuni li abbiamo già richiamati sopra, un
altro, sempre in via esemplificativa, è la necessaria presenza di
una pluralità di soggetti e di una decisione unanime
tra essi (perciò la varietà delle posizioni andrà discussa in uno
stretto dibattito e la conseguenza sarà, si spera, da un lato,
l'ottenimento di una decisione più giusta e corretta e, dall'altro,
l'appianamento di eventuali pregiudizi personali del singolo
giurato). Ancora verso l'obiettivo di "ripulire" la
valutazione e dotarla di basi logiche non troppo traballanti si
richiedono dei requisiti minimi di alfabetizzazione e studi
per poter divenire giurati.
Al
di là di questi ed altri accorgimenti rimangono gli evidenziati
problemi di fondo in ordine alla garanzia di un corretto giudizio ma,
come tutte le scelte operate dal diritto, i difetti di un certo
meccanismo vanno sempre bilanciati con i suoi stessi pregi. Bisogna
sempre chiedersi quale sia la ratio, il motivo di fondo per
cui un certo istituto è stato previsto e viene utilizzato.
Qual'è
dunque la ratio della giuria popolare? In realtà essa non c'è una
ragione unica, bensì plurima. In primo luogo essa è
espressione di un principio fondamentale del processo: quello
della necessaria separazione dei ruoli processuali. Ci siamo
già soffermati in un precedente articolo su questo tema e ad esso
rimando per un approfondimento ulteriore (link sotto), basti qui
l'affermazione per cui "il processo è un gioco di ruoli" e
che, in caso di sovrapposizioni, noi ci troviamo di fronte a qualcosa
che non è un processo. La prima ratio della giuria, molto importante
e percepita più fortemente nei paesi anglosassoni che da noi, è
quella di attribuire compiti diversi a soggetti diversi, in modo da
evitare una commistione di valutazioni, quelle in fatto e diritto, in
capo ad uno solo: il giudice.
Una
seconda ratio della giuria risponde ad una scelta di sociologia
del diritto. Le norme giuridiche, che regolamentano i rapporti
tra più individui all'interno di una comunità, sono espressione
diretta (se create tramite referendum) o indiretta (se create tramite
il sovrano, il parlamento o altri organi dello Stato come ad esempio,
i giudici con i loro precedenti) della volontà dei cittadini.
Premesso questo, siccome il reato o il conflitto civile tra due
soggetti crea un vulnus nella comunità e poiché il diritto e
le sue norme sono lo strumento predisposto per "rattoppare"
tali ferite riportando la pace sociale, è giusto che anche in sede
di applicazione in concreto delle norme ci si affidi ad una
valutazione del popolo, tenuto conto anche del fatto che la coscienza
sociale muta molto più velocemente di quanto mutano le norme. La
giuria evidenzia quindi la necessità che un soggetto del popolo sia
giudicato da suoi pari, che possono meglio capirlo, e sulla
base della coscienza sociale diffusa al momento dei fatti.
Infine,
tornando ad appigli normativi certi, la giuria popolare trova il
conforto del principio costituzionale che ritiene fondamentale la
partecipazione dei cittadini alla amministrazione della giustizia
(articolo 102 comma 3 Cost.), il quale è a sua volta una
fondamentale applicazione del principio di sovranità popolare
sui poteri dello Stato (articolo 1 comma 2 Cost. e articolo 101
comma 1 Cost.).
Visti
quanti e quali principi stanno dietro alla giuria popolare capiamo
che essa ha dei vantaggi che compensano i suoi difetti e comprendiamo
inoltre perché gli Illuministi e poi i rivoluzionari
francesi invidiassero il sistema inglese, proprio per la sua
attenzione all'uguaglianza tra chi giudica e chi è giudicato, alla
affermazione della sovranità popolare, alla non concentrazione dei
poteri in capo al singolo giudice. Un sistema questo ben migliore e
egualitario rispetto al sistema giudiziario dell'Ancien Régime
in cui i giudici provenivano tutti dal ceto nobiliare provocando
discriminazioni nei giudizi a seconda del ceto di colui che veniva
processato. Perciò essi accolsero volentieri, nei soli giudizi
penali, la separazione di ruoli tra giuria e giudice mai esistita
nell'ordinamento francese (di civil law); essa venne poi modificata e
stabilizzata definitivamente dai codici Napoleonici qualche
anno più tardi. Di lì, come moltissime altre, l'idea passò in
Italia. Da noi però, a partire dal 1931, il modello anglosassone
venne sostituito da quello dello "scabinato".
Questo, molto semplicisticamente, consiste nella competenza a
giudicare i reati più gravi (per i quali è più profondo il
senso di insicurezza della collettività, psicologicamente più
coinvolta) alle Corti d'Assise, nelle quali il
collegio giudicante è composto sia da giudici togati sia da
giudici popolari che decidono insieme il fatto e il diritto.
Ecco
quindi come il nostro modello tenta, da un lato, di considerare le
esigenze forti e i vantaggi che stanno alla base e conseguono
all'istituto della giuria e, dall'altro, a scongiurare i
sopraevidenziati difetti che il modello anglosassone comporta.
Per un recente articolo che parla di un famoso film degli anni'50 ("La parola ai giurati") incentrato sul funzionamento della giuria e sulla rilevanza delle varie personalità di coloro che la compongono potete leggere "Una famosissima giuria cinematografica"
Link
all'articolo sopra citato in tema di ruoli processuali: "La
necessaria separazione dei ruoli nel processo"
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giuridici
Un amico e collega che era stato giudice popolare in corte d'assise in un processo per strage a Milano mi lasciò sbalordito quando mi disse: " ...dopo il processo, i giudici [togati] ci hanno spiegato la situazione e ci hanno detto come dovevamo votare..."
RispondiEliminahanno fatto bene!!
RispondiEliminaLa giustizia in italia non funziona perchè i giudici agiscono come dei piccoli re,dando sentenze che molte volte una giuria popolare non farebbe mai.Parlare quindi di sentenze in nome del popolo è una ipocrisia totale.I criminali impuniti in italia abbondano grazie alle norme partitocratiche che equiparano il cittadino a un suddito.
RispondiEliminasono completamente d'accordo.
EliminaSono completamente d'accordo col commento precedente.Il caso Uva che è morto durante la custodia da parte dello stato,pare sia stato torturato in caserma secondo un servizio TV delle "iene",è illuminante il tribunale ha assolto tutti gli imputati in nome del popolo italiano!Siamo veramente dei sudditi,un cittadino onesto può essere assassinato dallo stato senza colpevoli.
RispondiEliminaoccorrerebbe formare un partito con lo scopo di cambiare questa falsa giustizia che qualsiasi cittadino sente non fatta in suo nome.
Eliminain Italia dato che non ci sono giura perché non possono partecipare per ovvie ragioni allora potrebbero inserire nei processi avvocati dato che loro possono grazie
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